AGI – Le tensioni fra il Partito Democratico e la Lega arrivano sulla scrivania di Mario Draghi.
E’ il segretario del Pd, Enrico Letta, a sollevare il tema nel corso del colloquio, in cui sono stati toccati, innanzitutto, i temi legati all’agenda di governo dopo la definizione del Pnrr, con particolare riguardo alle prospettive per il mondo del lavoro e al sostegno ai giovani.
Ma dal Nazareno fanno sapere che, assieme alla soddisfazione per la tempistica e i contenuti del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza, il segretario ha sottolineano l’insoddisfazione sua e del partito per quello che chiama il “metodo Salvini”.
L’esempio più recente di questo metodo è l’affondo portato dal leader leghista con la petizione lanciata per eliminare il coprifuoco, in dissenso con la linea scelta proprio dal presidente del Consiglio. Una mossa che seguiva di una settimana lo ‘strappo’ in Consiglio dei Ministri, dove i ministri della Lega si erano astenuti sul nuovo decreto Covid che stabiliva la road map delle riaperture.
“Purtroppo il Pd è insoddisfatto per il metodo Salvini”, fa presente Letta a Draghi, “e chiede correttezza e rispetto nell’impegno comune a sostegno dell’esecutivo”.
La risposta di Matteo Salvini non si fa attendere: “Il ‘metodo Salvini’ è la concretezza“, dice: “Stanotte ad esempio sono state approvate in Commissione al Senato le proposte della Lega sui soldi per i genitori separati in difficoltà, sul riconoscimento ufficiale (dopo dieci anni di attesa) della Lingua italiana dei Segni, sull’abolizione del Canone Rai per bar, ristoranti e alberghi, sui fondi per le Associazioni Sportive. E a metà maggio, se i dati sanitari continueranno ad essere positivi come accade ormai da settimane, ci saranno riaperture, ritorno al lavoro, ripartenza e abolizione del coprifuoco. Questo è il ‘metodo Salvini’: leali e propositivi, non ci occupiamo di Ius Soli e ci fidiamo degli italiani”.
Il riferimento di Letta all’impegno e alla correttezza guarda in particolare alla fase che si sta aprendo per il Paese e che al Nazareno definiscono di “ricostruzione”. La proposta del leader dem è quella di un grande patto sociale sul modello Ciampi nel 1993. Ma non solo.
Il Partito Democratico è impegnato da settimane nel mettere a punto una proposta complessiva di intervento – e in questo sono tornate utili anche le consultazioni della base dem attraverso il vademecum – e il segretario dem porta sulla scrivania del premier l’idea sua e del suo partito per la fase 2 della ricostruzione che si apre con il Recovery Plan, di cui Letta apprezza “tempistica e e contenuti”.
In particolare, il segretario cita i tre temi-cardine del Pd. Il lavoro, con la detassazione per le nuove attività imprenditoriali e la de-contribuzione sulle nuove assunzioni. Il turismo, con il Piano Vacanza Italiana che i dem presenteranno al più presto. E i giovani che, per Enrico Letta, devono essere al centro della ricostruzione con impegni precisi su casa, occupazione e un piano per il sostegno psicologico post dad, post lockdown, post pandemia.
Sono i giovani, ha infatti sottolineato Letta, ad essere stati i più marginalizzati durante la crisi e questo non ha fatto altro che accrescerne il disagio.
Source: agi