Promozione per il 99,9% degli studenti in Italia, di cui la Calabria è la prima regione per i 100 e lode, quattro volte in più della Lombardia
di Anna La Mattina
Quando non c’è niente di meglio da dire, ci si diletta con le statistiche, metodo molto sicuro, praticamente inattaccabile, certamente molto comodo. Ma chi conosce veramente qual è il controvalore (reale) della preparazione e delle conoscenze della futura classe dirigente italiana?
Rispondo subito alla domanda aperta: gli unici ad avere contezza della reale preparazione dei loro studenti sono certamente gli insegnati e molto bene lo sa anche il Ministero dell’Istruzione che, ormai da anni, cavalca il metodo statistico che traduce in comodi numeri le cifre dell’ignoranza diffusa e ben consolidata delle nuove generazioni. Cosa molto “buona e giusta”, se si preferisce sfornare teste vuote senza memoria e disorientate, che si muovono nel mare magnum dell’informazione indiscriminata, complici l’assenza di punti di riferimento positivi e certi e i miliardi di dati informativi, bombardati dai nuovi mezzi di comunicazione di massa, che hanno quasi mandato in soffitta la vecchia TV, le cui vittime predilette sono, ovviamente i minori.
Io credo che la statistica applicata alla scuola, i cui dati asettici e troppo generici, non dicano nulla di veritiero, tranne il fatto che la preparazione in generale è davvero scadente, che si è smarrita la memoria storica, che il nostro Paese ha rinunciato da tempo a tramandare la propria conoscenza millenaria; preferendo dirci semplicemente che raccogliere i dati informativi (INVALSI) sullo stato dell’arte della scuola italiana, non fa la differenza tra il liceo classico “Giulio Cesare” di Roma o il Liceo Manzoni di Milano e un istituto professionale del profondo sud, dove vi confluiscono, in virtù dell’obbligo scolastico, i ragazzi provenienti dai quartieri difficili come lo ZEN di Palermo, il Librino di Catania o ancora lo Scampìa di Napoli. Queste realtà non possono poggiare sullo stesso piano: farlo è un’ingiustizia e non chiarisce proprio nulla, se non la falsità del metodo rilevatore.
Le statistiche sugli esiti degli ultimi esami di Stato, ci dicono invece che “tutto va bene” … anzi benissimo perché sono stati promossi quasi tutti (il 99,9%) sul territorio nazionale, con una elevata percentuale al Sud, tra cui i cosiddetti “centisti” (quelli che hanno preso 100 e alcuni con lode) sono soprattutto al Sud, Calabria in testa!
Sono reduce da un viaggio nella splendida Reggio Calabria, capoluogo naturale, ma da 50 anni soltanto ex (Catanzaro ne ha preso il posto nel 1970) ed ho ancora negli occhi l’orrore di vedere le strade della periferia invase da cumuli di spazzatura, mai visti in paesi stranieri del cosiddetto “terzo mondo”, mi fanno pensare che siamo lontani da una evoluzione complessiva che possa realmente “sfornare” nuove generazioni, intrise di vera cultura e capacità razionale tali da giustificare l’abbondanza dei 100 e lode!
Sarei curiosa di sentire la temperatura della cultura antimafia di questa generazione di centisti… perché se così è, la ‘Ndrangheta ha le ore contate!
Temo purtroppo che non sia così.. e temo ancor di più, che non ci sia uno Stato a cui veramente interessi una reale corrispondenza tra le promozioni con i relativi voti e la cultura che dovrebbero significare.
Temo anche che qualcuno esulti, perché grazie alle statistiche, sappiamo che il giovane popolo italiano è “cotto” al punto giusto, perché niente possa cambiare in positivo e perché una generazione tipo “Idiocracy”, priva di conoscenza, di senso civico e di pensiero critico, sia pronta per continuare a governare per conto di qualcun altro.
Esorto il Ministero dell’Istruzione a diventare di nuovo pubblico e ad imparare dal passato come si formano le nuove generazioni… Davvero!
Alla statistica e ai tests il compito di fotografare uno spaccato di realtà, ma per favore, non diamo loro la prima e l’ultima parola.