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Lirica: ‘Don Carlo’ al san Carlo Napoli con regia Claus Guth

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Il ‘Don Carlo’ di Giuseppe Verdi riapre nel 2025 la stagione lirica del San Carlo di Napoli. L’opera concepita dal ‘cigno di Busseto’ nel tra 1865 e 1867 torna dal 19 gennaio prossimo per cinque recite nel Massimo napoletano con l’allestimento firmato per la regia da Claus Guth. Sul podio Henrik Nánási, alla guida di orchestra e coro del Lirico di Napoli.
Le scene sono di Etienne Pluss, mentre i costumi di Petra Reinhardt. Le luci di Olaf Freese verranno riprese da Virginio Levrio, il video è di Roland Horvath. Yvonne Gebauer firma la drammaturgia.
Piero Pretti sarà impegnato nel ruolo del titolo, mentre Rachel Willis-Sørensen, per la prima volta al San Carlo, darà voce e volto a Elisabetta di Valois. John Relyea interpreta Filippo II, Gabriele Viviani Rodrigo. Varduhi Abrahamyan sarà la Principessa Eboli, mentre Alexander Tsymbalyuk Il Grande Inquisitore. Completano il cast vocale Giorgi Manoshvili (Un frate), Maria Knihnytska (Tebaldo), Ivan Lualdi (Il conte di Lerma), Vasco Maria Vagnoli (Un araldo reale), Désirée Giove (Una voce dal cielo). I sei deputati sono, invece, affidati a Sebastià Serra, Yunho Kim, Maurizio Bove, Ignas Melnikas, Giovanni Impagliazzo e Antimo Dell’Omo. “Nella mia idea di Don Carlo – spiega Guth – ho focalizzato la mia attenzione sul personaggio principale, seguendo la sua prospettiva. Don Carlo è un personaggio fragile, incapace di far fronte a ciò che la società esige da lui. È un sognatore, più vicino al mondo della fantasia che alla realtà. È e rimane intrappolato nello stesso spazio e questa prigionia descrive la sua condizione nel mondo. Non riesce a trovare una collocazione nel cosmo in cui è nato, sembra essere al posto sbagliato: il padre lo rifiuta e la donna che ama diventa sua madre dopo aver sposato Filippo II. Anche Rodrigo, l’unico amico che sembra avere, lo strumentalizza per i suoi scopi. Tutto questo crea in lui una visione oscura del mondo, simile a una prigione. Con lo svolgersi dei cinque atti, sempre più i personaggi si rivelano nella loro stessa disperazione e solitudine”.
Dramma lirico su libretto originale in francese di François-Joseph Méry e Camille Du Locle, ispirato alla tragedia in cinque atti ‘Don Karlos, Infant von Spanien’ di Friedrich Schiller, l’originale francese dal titolo Don Carlos fu rappresentato a Parigi lʼ11 marzo 1867, ed è la partitura più lunga e complessa di Verdi. Ne seguiranno numerose versioni, addirittura sette di cui si individuano cinque principali. Questa edizione napoletana corrisponde con la rappresentazione modenese del 29 dicembre 1886: non c’è il balletto inserito nella prima parigina e viene reintegrato il primo atto tagliato nella versione scaligera, immediatamente precedente, del 1884. (AGI)