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L’ipocrisia globale che ci governa

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di Enzo Guarnera

Da decenni è in atto una guerra mondiale che coinvolge regioni diverse del nostro pianeta.
Sono guerre locali, interne a singole nazioni.
In Congo, per esempio, vi è un conflitto iniziato nel 1998, ancora in atto, che ha fatto quasi sei milioni di morti.
Nessuno se ne occupa.
Dov’è l’ONU, dove sono i Paesi dei tanti G5, G7, G10, G20?
Dove sono l’Unione Europea e la NATO?
Dove sono i grandi mezzi di comunicazione?
Indifferenza assoluta!
E perchè, invece, si occupano in maniera ossessiva solo del conflitto in Ucraina?
È del tutto evidente che, a dispetto dei roboanti proclami, non lo si fa per difendere i valori assoluti della dignità umana, della democrazia e della libertà.
Lo si fa unicamente per una logica di potenza, per calcolo di geopolitica e per curare vari interessi economici.
La viceministra degli Esteri Marina Sereni, del PD, lo ha candidamente ammesso in una intervista.
Alla domanda sul ruolo che dovrebbe svolgere l’Unione Europea nell’attuale conflitto, ha così risposto: “Non è nostro interesse un conflitto protratto nel tempo che continuerebbe a creare conseguenze molto ampie in termini economici e sociali”.
Se ne deduce che se “l’interesse” economico mutasse il conflitto potrebbe anche durare.
Quanto numerosi sono i farisei che governano le Nazioni!
Bisogna dirlo a voce alta e con forza: va sovvertita totalmente la logica del confronto muscolare tra gli Stati in nome del Dio profitto.
Occorre fare posto al dialogo, al rifiuto della violenza, alla comprensione, alla misericordia per la sofferenza di molti.
Non vogliamo più i frustrati cantori della guerra, vogliamo i cantori della pace.
Tutti dobbiamo diventarlo.