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L'indice Pmi manifatturiero Italiano a dicembre resta positivo a 62 punti

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AGI – L’indice Pmi manifatturiero di dicembre dell’Italia resta ampiamente positivo ma scende a 62 punti dai 62,8 di novembre, che costituivano il massimo storico. L’indice è superiore al consensus che era di 61,5. 

Il settore manifatturiero italiano ha continuato a registrare un’altra forte crescita mensile. Lo rileva l’istituto Ihs Markit comunicando il dato di dicembre, che rimane in buon miglioramento anche se in calo rispetto al massimo storico di novembre.

“È il diciottesimo mese consecutivo di miglioramento dello stato di salute del settore, che in generale è stato rapido ed ha segnato nel quarto trimestre la media PMI più alta dall’inizio della raccolta dati nel 1997 – afferma il rapporto – la forte prestazione di dicembre è stata ancora una volta provocata dall’espansione della produzione manifatturiera e dei nuovi ordini. La prima, con un forte rallentamento della crescita da novembre, è pur rimasta elevata e maggiore di quella di settembre e ottobre.

Allo stesso tempo, il tasso di espansione dei nuovi ordini è stato il quarto più veloce dell’indagine, diminuendo a dicembre molto lentamente rispetto al mese precedente e rimanendo più veloce di quello della produzione. Le aziende campione hanno attribuito l’ultima crescita alla forte domanda da parte dei clienti. Anche le esportazioni sono aumentate a dicembre, con un tasso di espansione rapido, ma il più lento in tre mesi”.

Lewis Cooper, Economist di IHS Markit, analizzando gli ultimi dati dell’indagine ha dichiarato: “Il settore manifatturiero italiano ha concluso il trimestre finale del 2021 con un’altra ottima prestazione. Il Pmi è rimasto vicino al valore record assoluto di novembre a causa di un’altra rapida crescita della produzione e dei nuovi ordini, anche se con tassi di espansione mensili in leggero rallentamento.

Ciò detto, la pressione sulla capacità è risultata ancora una volta senza precedenti, con le aziende che fanno fatica ad affrontare il forte ritmo delle vendite e le attuali difficoltà della catena di distribuzione.

Il livello occupazionale di conseguenza è aumentato notevolmente. La carenza di materiale e il crescente costo dei trasporti si sono riversati sui costi di acquisto che sono aumentati ulteriormente e notevolmente, con le aziende che hanno aumentato i loro prezzi di vendita ad un livello quasi record. Detto ciò, il tasso di inflazione è rallentato da novembre, indicando a fine anno una diminuzione della pressione.

Nonostante la forte prestazione, le imprese manifatturiere italiane hanno moderato la loro previsione riguardo alla produzione dell’anno prossimo.

I livelli di ottimismo hanno raggiunto il valore più debole da aprile 2020 e alcune aziende che hanno segnalato preoccupazioni in merito al Covid-19, alla pressione sui prezzi e ai disagi sulla catena di distribuzione. Detto questo, con l’avvicinarsi del 2022, il settore rimane in una posizione molto forte, con pochi segnali di diminuzioni significative dell’impeto di crescita”. 

Indice Pmi Eurozona dicembre scende a 58 punti

L’indice Pmi dell’Eurozona è sceso a 58 punti a dicembre rispetto ai 58,4 punti di novembre, confermando il consensus che lo vedeva a 58 punti.

Un dato che per gli analisti resta comunque positivo e che mostra come l’attività economia europea stia continuando a dare segnali di ripresa, con le fabbriche che hanno approfittato dell’allentamento delle strozzature della catena di approvvigionamento e una maggiore facilità di accesso alle materie prime. 

Source: agi


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