AGI – L’India è nel caos, travolta da un’ondata molto aggressiva di Covid-19 perchè sospinta da una nuova variante. Ormai al quarto giorno consecutivo che infrange i suoi stessi record di morti e contagi, è ormai prossima a raggiungere i 17 milioni di casi, ha superato i 190mila morti e ha ormai i dati peggiori di propagazione del virus: oltre 349mila nuovi casi nelle ultime 24 ore e altri 2767 decessi, ma si teme che le cifre reali siano ben più alti.
E adesso è corsa agli aiuti di un Paese che ha una drammatica penuria di ossigeno e farmaci, con gli ospedali e le strutture sanitarie allo stremo. L’Ue si è detta pronta a intervenire e sta mettendo insieme le risorse, la Gran Bretagna ha promesso ventilatori e bombole di ossigeno. Israele sta pensando di inviare anche assistenza medica.
Gli Stati Uniti spediranno “immediatamente” le materie prime per la produzione dei vaccini (materie sottoposte finora ai controlli di export) e anche tamponi, ventilatori e dispositivi di protezione individuale.
La prima spedizione di aiuti da parte del Regno Unito (495 macchinari che possono estrarre l’ossigeno dall’aria quando le bombole degli ospedali sono esaurite, insieme a 120 ventilatori non invasivi e 20 ventilatori manuali) dovrebbe arrivare già martedì.
E’ una nuova variante del coronavirus, nata dalla “fusione” di tre ceppi, quella che sta travolgendo il subcontinente indiano. Le autorità sanitarie hanno registrato oggi il quarto record consecutivo di contagi giornalieri: in 24 ore sono state segnalate 349.691 nuove infezioni, per un totale di 16,96 milioni di casi dall’inizio della pandemia.
Numeri che fanno del gigante asiatico il secondo Paese più colpito al mondo dopo gli Usa, ma in questo periodo è quello in cui si registra il numero più alto di infezioni giornaliere. I casi -nel Paese di 1,35 miliardi di abitanti- rappresentano oltre un terzo del totale globale dei contagi confermati sabato dall’Oms, 849.130 nuovi contagi.
Quanto al numero di decessi, l’India è il quarto Paese al mondo dopo Usa, Brasile e Messico; ma la media giornaliera delle vittime è salita da 300 a oltre 2.700 in sole 4 settimane e continua a salire.
La capitale New Delhi, la cui zona è una delle più colpite, con gli ospedali al collasso soprattutto per mancanza di ossigeno, ha annunciato che estenderà il lockdown di una settimana. Sabato in un ospedale cittadino sono morti 20 pazienti ma diverse centinaia di malati sono a rischio in diversi ospedali per carenza di ossigeno.
Il governo del premier nazionalista, Narendra Modi, è adesso criticato per non aver saputo rispondere adeguatamente a questa nuova ondata. Nella speranza di ridurre morti e ricoveri, le autorità si sono concentrate sull’aumento del ritmo della loro campagna di vaccinazione, che oggi ha superato la soglia dei 140 milioni di dosi somministrate in 99 giorni.
Modi ha esortato tutti i cittadini a vaccinarsi ma la situazione non è facile. E sarà difficile raggiungere l’obiettivo di 250 milioni di persone vaccinate entro luglio per il semplice motivo che i vaccini mancano in molti Stati e spesso la seconda dose non viene ricevuta nei tempi previsti. L’India spera di aumentare sostanzialmente questo tasso dal primo maggio, quando gli over 18 potranno iniziare a vaccinarsi (il piano iniziale finora copre solo gli over 45, gli operatori sanitari e quanti sono in prima linea). Ma le scorte mancano.
Fino a metà aprile, la campagna di vaccinazione dipendeva da due farmaci prodotti nel Paese: il vaccino nazionale Covaxin di Bharat Biotech e Covishield, del laboratorio britannico-svedese AstraZeneca prodotto dal Serum Institute of India. Il governo ha annunciato l’apertura di una corsia preferenziale per approvare l’uso di altri vaccini importati. Ciò consentirà l’ingresso nell’enorme mercato indiano dei vaccini prodotti da laboratori stranieri come Pfizer o Moderna.
Il russo Sputnik V ha già ottenuto l’autorizzazione per l’uso di emergenza, ma inizierà ad essere importato e prodotto in India nei prossimi mesi. E la Casa Bianca, promettendo gli aiuti, oggi non ha fatto cenno alla possibilità di inviare quantitativi del vaccino AstraZeneca, di cui gli Usa dispongono un’eccedenza di 30 milioni di dosi.
Source: agi