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Libri: “Notte di luna con Van Gogh”. Incontri intimi con l’arte

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Ma perchè proprio Van Gogh?
“E’ stato un personaggio meraviglioso e complesso – sottolinea l’autrice – che spesso conosciamo per la sua storia drammatica. Per me è un esempio stupendo per parlare di fragilità, diversità, isolamento. Quante volte noi ci siamo sentiti sbagliati nel confronto con gli altri? Ecco, lui per tutta la vita, praticamente. Per questo parlare di lui e mostrare le sue opere già ci fa sentire un po’ a casa: andiamo bene così come siamo, ci dicono i suoi quadri! Il titolo è stata una conseguenza… È molto romantico, molto evocativo. Ma non è un libro su Van Gogh. Immaginiamo di poter entrare in un suo dipinto e distenderci a osservare il cielo stellato e la luna dall’ombra di uno dei suoi alberi dai tronchi nodosi, oppure seduti sulla banchina del porto sul Rodano. Ecco. Quali pensieri ci verrebbero in mente? Tutti quelli che faremmo quando possiamo essere raccolti, in intimità con noi stessi. Perché è anche questo che ci permette la magia dell’arte. Di dialogare con noi stessi nel profondo. Ecco perché ‘Notte di luna con Van Gogh’ ha il sottotitolo: e altri incontri intimi nella storia dell’arte. Dipinti e sculture per me sono come specchi sparsi nei musei di tutto il mondo. Noi li guardiamo e loro ricambiano il nostro sguardo. Li osserviamo e dentro possiamo trovarci i temi e le urgenze che ci riguardano da vicino. Possiamo entrare e uscire dalle opere di Giotto, di Michelangelo, di Caravaggio o Kandinsky. Ma anche dalle statue classiche, o da Donatello e Masaccio”. Siamo spesso assillati da domande esistenziali tipo: come raggiungere il successo, come affrontare la paura di fallire, come liberarsi dal senso di colpa o di una relazione tossica con un narcisista…”Le domande cui l’arte può rispondere sono potenzialmente infinite – prosegue la scrittrice – Per questo ho scritto questo libro. Per proporre un percorso che impiega la storia dell’arte per affrontare gli argomenti che ci stanno più a cuore. La copertina ha colto il pieno lo spirito del libro. C’è appunto il Narciso di Caravaggio (o chi per lui), che si rispecchia in quella fonte d’acqua che rappresenta la sua prigione, ma dentro ci trova il riflesso della notte stellata di Van Gogh. Ed è così che funziona con l’arte: quando guardiamo, anche quello che potrebbe apparire problematico, grazie all’arte si trasforma in pensiero, in evocazione, in riflessione più alta. Il narcisista diventa addirittura un sognatore che guarda in alto. E trova le stelle di Van Gogh dentro di sé. Un cielo illuminato da una notte di luna con Van Gogh” C’è un modo bellissimo per raccontare e interpretare l’arte, per emozionarsi e sognare. Lo ha trovato Raffaella Arpiani, autrice di “Notte di luna con Van Gogh – e altri incontri intimi nella storia dell’arte”, edito da Feltrinelli. L’autrice è nota anche per aver dato vita al progetto “Arte essenziale”, pensato per far appassionare tutti alla storia dell’arte con l’apertura dell’omonimo canale YouTube che oggi raccoglie centinaia di lezioni divulgative e milioni di visualizzazioni. “Notte di Luna con Van Gogh” e’ il suo primo libro: “L’idea – spiega l’autrice all’AGI – nasce come naturale evoluzione del mio modo di raccontare l’arte, che ha origine nelle lezioni che faccio a scuola da molti anni e che dal 2020 ha visto nascere il canale YouTube Arte essenziale. In sostanza colgo l’occasione per raccontare le opere, gli artisti o i movimenti in modo semplice e facilmente comprensibile, per finire poi per trattare temi essenziali e identitari, che ci riguardano tutti. Di fatto le opere d’arte funzionano come uno specchio in cui ritrovarsi. Per questo NDLCVG è rivolto agli appassionati d’arte, ma non solo. Lo stanno leggendo anche persone che non hanno mai studiato storia dell’arte eppure lo trovano utile e interessante”.
Funziona con i giovani? “Certamente – sottolinea la scrittrice – dipende da come si racconta l’arte. Se io facessi aprire il libro a pagina 36 e mi fermassi a date e dati, le opere diventerebbero terribilmente noiose. Se invece faccio capire che la storia d’amore tra fra’ Filippo Lippi e suor Lucrezia Buti è stata il veicolo per cercare una realizzazione personale che assomigliasse alla felicità, o se descrivendo il Cristo deriso di Beato Angelico affronto la paura di non valere niente, i ragazzi sono preparati, sono preparatissimi sull’argomento, quindi finisce che hanno più cose da dire loro, davanti all’opera, di me che li guido nell’analisi. La domanda che faccio più spesso ai ragazzi è ‘cosa vedete?’ Intendendo dire che quello che vedono nelle opere c’è, e che non occorre farsi spaventare dal ‘non sapere niente’. Si parte da quello che c’è. E piano piano si può ricostruire insieme il quadro, analizzando gli indizi disseminati sulle tele o nelle sculture come fossero scene del crimine da interpretare. E noi storici dell’arte e studenti degli investigatori del passato”. Come si fa a far capire alle istituzioni competenti che l’arte è un volano per l’economia? “Questo è un tema delicatissimo – dice l’autrice – Ci sono musei che fanno numeri straordinari, troppo, troppo grandi, a discapito di una visibilità e fruibilità delle opere ottimale. Altri luoghi, invece, ad esempio molte chiese o molti musei ‘minori’ sono chiusi, perché sarebbero affidati a dei volontari, oppure gli orari sono ridotti per mancanza di fondi, di personale e di investimenti… Però non bisogna considerare l’arte come un’industria produttiva. Non un volano per il turismo, ad esempio. Ma come uno strumento che permette ad esempio di formare dei cittadini migliori, più consapevoli e più felici. Paradossalmente più tempo speso in un museo significa maggiore serenità, migliore salute, più gioia. È anche in questi termini che dovremmo considerare l’arte: uno strumento per avere persone meno infelici e arrabbiate e più realizzate. Molte opere vengono prestate per mostre ridicole, solo per fare numeri e agganciarsi alla propaganda di qualche personaggio pubblico. Altre invece sono rinchiuse nei depositi. Occorrerebbe un grande investimento sull’educazione: i miei ragazzi quasi sempre si innamorano dell’arte e ovviamente poi li ritrovo in giro per mostre e musei! Mi scrivono spesso, a distanza di anni, mandandomi foto dal Louvre, dalla National Gallery o dagli Uffizi: una volta che è scattata la passione, l’arte continua a lavorare nel profondo. E fa girare anche l’economia”.
Un capitolo è dedicato alla Nike di Samotracia, le sue ali sembrano anche ricordare un simbolo che vediamo spesso. Cosa pensa quando sente dire ‘Naik’ (come erroneamente pronunciano le persone in Italia) o ‘Naiki’ quando invece la pronuncia corretta sarebbe Nike cosi come è scritta?
“In realtà – spiega – la nostra cultura è piena zeppa di tracce artistiche che risultano nascoste finché qualcuno non le svela, a quel punto l’arte compie il suo ruolo, e cioè ci permette di vedere la realtà sotto un punto di vista nuovo e diverso. Vale anche per la Nike di Samotracia. Quando faccio notare ai ragazzi che c’è una grande somiglianza tra il marchio delle scarpe che indossano e l’opera che stiamo studiando, loro si illuminano, come se avessero scoperto un mondo. Ma lo stesso accade in molti altri casi. Ad esempio i ragazzi restano sbalorditi e interdetti quando scoprono che il famigerato saluto romano deriva dal quadro di David “Il giuramento degli Orazi” del 1784, che era diventato il simbolo della rivoluzione francese… E una studentessa l’altro giorno è rimasta folgorata quando ha associato il narcisismo dilagante dei nostri tempi, all’opera di Caravaggio di cui stavo parlando, che non a caso è metà della copertina del mio libro”.
Parliamo dell’idea del canale YouTube:
“E’ nato dalla necessità di produrre lezioni per i miei studenti durante la pandemia. Le prime lezioni – spiega ancora Raffaella Arpiani – erano frettolose e approssimative, le registravo tra una lezione online e l’altra. Poi, via via ho cominciato a renderle più accurate. E sono diventate centinaia. L’accoglienza è stata da subito ottimale e straordinaria! Ricevo continuamente dei commenti positivi da studenti, anche universitari, e colleghi che le impiegano in classe, o per ripassare. Qualcuno mi ha scritto che ascolta le lezioni come un podcast mentre va al lavoro, mentre passeggia o mentre è in palestra. A conferma che c’è grande sete di contenuti e di cultura. Tanti mi scrivono che nonostante non siano più giovanissimi e non abbiano mai studiato prima l’arte, possono avvicinarsi agli argomenti senza paura, fino ad appassionarsi. La cosa che più mi piace è che sul mio canale si respira un clima di gentilezza. Accolgo volentieri le critiche, se sono costruttive, consapevole che molte lezioni sono imperfette (non faccio nessun tipo di post-produzione e giro alla prima dopo aver studiato molto e aver preparato i documenti che mi servono!), ma credo che la gentilezza e i sorrisi siano contagiosi, quindi siccome si sente, chi mi ascolta o mi legge, poi si adegua allo stesso tono di comunicazione”.(AGI)