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Libri: ‘Di nuovo Avanti’ di Maraio, insieme forze europeiste

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Gli editoriali del segretario del Psi, Enzo Maraio, su ‘Avanti! Della domenica’ sono raccolti nel libro ‘Di nuovo Avanti’ (editore D’Amato) sugli scaffali dal mese di ottobre. “E’ il racconto di una scommessa – scrive nell’incipit il segretario – di come abbiamo portato nuovamente in edicola uno tra i più antichi giornali d’Italia”. Ci sono “le fondamenta gettate nel Paese per immaginare la nascita di un grande partito socialdemocratico”.
Gli editoriali vanno dall’aprile 2022 all’aprile 2023 e ricomprendono la catastrofe elettorale che ha portato al Governo Giorgia Meloni con una solida maggioranza di destra-centro. La posta in gioco era chiara già in campagna elettorale: “Il 25 settembre è un bivio – scriveva Maraio – tra chi vorrebbe una repubblica presidenziale che si ispira alla destra di Orban (oggi abbiamo il ddl di riforma costituzionale ndr.) e chi vuole difendere i valori democratici del Paese”.
Maraio chiamava a raccolta i socialisti nella lista insieme al Pd (entrambi i partiti fanno parte del Pse) perché “lo dobbiamo fare. Sandro Pertini ci ricorda: ‘Questa democrazia l’abbiamo conquistata col sangue e la galera. Non possiamo correre il rischio di perdere la libertà’ e di perderla, aggiungo io, per colpa di chi vuole usarla per trascinare il Paese verso modelli obsoleti e pericolosi”.
Due mesi prima delle elezioni politiche Maraio scriveva: “Noi socialisti abbiamo l’obbligo di scongiurare questa deriva ‘nera’ verso la quale il centrodestra vorrebbe trascinare l’Italia. La destra entra nella scia di Fratelli d’Italia e, accanto alla Meloni, proverà a far virare il Paese”.
Maraio aveva bene in mente il comizio di Giorgia Meloni dal palco di Vox: “L’estrema destra spagnola che strizza l’occhio al nostalgismo franchista. I suoi punti programmatici sono un’Italia senza libertà, senza sviluppo e senza diritti”.
All’indomani della disfatta elettorale, Maraio su ‘Avanti! Della domenica’ definiva “netto” il risultato elettorale. “La sconfitta del centrosinistra viene da lontano e questa volta a ‘darci una mano’ ci hanno pensato Renzi e Calenda”.
Sui primi passi del Governo Meloni il segretario del Psi sottolineava: “Il costo della vita schizza alle stelle, ma i salari italiani restano i più bassi d’Europa. Il Governo Meloni non ha rinnovato il taglio delle accise varato da Draghi. Tagli che pure erano stati un cavallo di battaglia durante la campagna elettorale di FdI, ma soprattutto della Lega di Salvini. Solo promesse da un Governo Pinocchio”.
Per il futuro Maraio indica una data per ripartire: le elezioni europee di giugno 2024. “Le ‘insofferenze’ del Governo verso l’indirizzo politico della Ue sono pressanti. L’indirizzo politico di questo Governo è chiaro: gli ultimi sono destinati a restare indietro, a essere condannati alla precarizzazione. Rischiamo una progressiva deriva nazionalista e populista, che colpisce i deboli per dare ai ricchi. La coalizione ‘Ursula’, che ha ben governato l’Europa in questi anni (non dimentichiamo la gestione del covid), si troverà sotto l’attacco feroce di chi, come FdI, è stato all’opposizione e, insieme a Meloni, i partiti dell’ultradestra fino ad arrivare al gruppo di Visegrad. Si ritornerà al feroce pericolo, fortunatamente scongiurato nella tornata elettorale del 2019, di un’Europa governata da Paesi che europeisti non sono. Il Congresso del Pse di venerdì e sabato che indicherà lo Spitzenkandidat per la Presidenza della Commissione Ue è un primo punto di partenza. E’ chiaro che in Italia il Pd da solo non riuscirà a fermare l’onda della destra. Le forze europeiste dovranno avere la capacità e la forza di mettersi insieme”.(AGI)