Milano, 22 settembre – L’ex Presidente del Niger, Mohamed Bazoum, attualmente detenuto dal giorno del colpo di stato del 26 luglio, ha intrapreso un’azione legale per il suo rilascio presso la Corte di Giustizia della Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale (Ecowas). L’azione legale è diretta contro lo Stato del Niger, con l’obiettivo di “condannare allo immediato ripristino dell’ordine costituzionale, cedendo il potere al presidente Bazoum”, come dichiarato dal suo avvocato, Seydou Diagno.
L’istanza presentata il 18 settembre invoca “l’arresto arbitrario” e la “violazione della libertà di andare e venire” del presidente Bazoum, di sua moglie Haziza e di suo figlio Salem, tutti detenuti nel palazzo presidenziale dal colpo di stato di luglio.
Secondo Diagno, i suoi assistiti sono “vittime di gravi e intollerabili violazioni dei diritti umani e hanno il diritto di adire i tribunali competenti”. Tuttavia, in un contesto in cui l’ordine costituzionale è stato sospeso, l’applicazione di una possibile decisione favorevole della Corte potrebbe essere problematica da parte della giunta militare nigerina che attualmente governa il paese.
La Corte di Giustizia dell’Ecowas è la principale giurisdizione dell’organizzazione, composta da cinque giudici scelti tra i cittadini degli Stati membri. Nonostante le minacce di intervento militare dell’Ecowas per ripristinare l’ordine costituzionale, la via diplomatica rimane una priorità nella risoluzione della crisi nigerina. L’Unione europea ha ribadito il suo sostegno all’Ecowas e ha chiesto il rilascio immediato di Bazoum e della sua famiglia. Gli Stati Uniti stanno perseguendo la via diplomatica, mentre la Francia sostiene le decisioni dell’Ecowas e ha preso misure quali la sospensione dei visti e la permanenza del suo ambasciatore a Niamey. Il regime militare nigerino sta cercando di stabilire alleanze con i vicini Mali e Burkina Faso, anch’essi governati da militari che sono giunti al potere attraverso colpi di stato.