Roma, Italia – L’allarme sul ritorno alle regole del Patto di Stabilità non riguarda solo la prossima manovra finanziaria italiana ma solleva questioni più ampie sul futuro posizionamento dell’Unione Europea (UE) in un mondo in rapida evoluzione. Il presidente italiano Sergio Mattarella e l’ex premier Mario Draghi hanno lanciato un monito contro il rischio che l’UE non riesca a raggiungere gli obiettivi in materia di cambiamento climatico, sicurezza e preservazione della base industriale. Questo richiama gli Stati membri, in particolare la Germania, a considerare un diverso assetto istituzionale, basato su regole di bilancio rigorose ma ispirate al paradigma della sovranità condivisa e dell’autonomia nella responsabilità.
Chi prediceva che l’austerity sarebbe finita con il NextGenerationEU e che i vincoli di finanza pubblica sarebbero scomparsi si è rivelato sbagliato. In primo luogo, perché l’idea di un’Europa caratterizzata dall’austerity in contrasto con la sovranità popolare era fuorviante: un’immagine elettorale appagante ma dannosa per il paese. In secondo luogo, i vincoli europei, espressione del costituzionalismo economico, non sono in contraddizione con la sovranità popolare. Al contrario, ampliano lo spazio d’azione, promuovendo l’equilibrio tra la sfera pubblica e privata e tra ordine politico, economico e sociale.
Il costituzionalismo economico rappresenta un argine alle disfunzioni tipiche degli Stati pluralisti e preserva le libertà economiche e politiche. Le regole di bilancio sono una parte essenziale di questo paradigma economico-costituzionale, che differisce qualitativamente da quello su cui si basano le dinamiche democratiche italiane. Pertanto, il Patto di Stabilità dovrebbe essere riformato per correggere gli errori del passato e riconfigurare regole e meccanismi.
In questa discussione, è importante raggiungere un compromesso che rassicuri i Paesi frugali senza compromettere la funzione procedurale dei vincoli di bilancio. Come insegna la constitutional political economy, in un’unione monetaria, la sovranità degli Stati membri richiede un approccio istituzionale cooperativo basato sulla fiducia e sulla responsabilità.
L’Italia può trarre vantaggio da questa discussione se abbraccia il paradigma economico-costituzionale e si concentra sul miglioramento delle dinamiche istituzionali interne e sulla promozione di una politica europea che garantisca risorse per le riforme e gli investimenti necessari. Questo contribuirebbe non solo all’Italia ma all’intera Europa, che cerca una leadership capace di affiancare la Germania nella guida dell’UE.
È un ruolo a cui l’Italia può ambire, contribuendo a modernizzare l’assetto istituzionale dell’UE secondo il paradigma della sovranità condivisa.