Non poteva giungere in un momento più opportuno la conferenza di due giorni tutta dedicata al Global Gateway che si è chiusa giovedì 26 ottobre, qui a Bruxelles. In un momento in cui il rapporto con il sud del mondo appare gravemente deteriorarsi, complice anche la guerra in Medio Oriente, la Commissione europea vuole dare slancio a un programma con il quale i Ventisette intendono contribuire allo sviluppo economico e politico dei paesi emergenti.
“La UE non può permettersi di sprecare questo momento – spiega David McAllister, il presidente democristiano tedesco della commissione affari esteri del Parlamento europeo –. Il Global Gateway è rimasto troppo a lungo bloccato nelle maglie della burocrazia comunitaria”. Il piano presentato nel dicembre del 2021 prevede di mobilitare investimenti per 300 miliardi di euro. Il denaro deve servire a finanziare infrastrutture e formazione (si veda Il Sole/24 Ore del 26 marzo 2023).
Tre gli obiettivi europei: stabilizzare il sud del mondo, migliorare le relazioni con l’Europa, contrastare l’influenza della Cina e della Russia. I recenti colpi di Stato in Africa così come la guerra appena scoppiata in Medio Oriente rendono il programma ancora più attuale. Alla conferenza che si è tenuta qui a Bruxelles hanno partecipato capi di Stato e di governo, diplomatici e uomini d’impresa. È stata l’occasione per uno scambio di idee e per toccare con mano il reale interesse dei paesi emergenti.
Tra i discorsi più attesi vi è stato quello della premier del Bangladesh. Sheikh Hasina ha reso merito alla “fruttuosa cooperazione” con l’Unione europea. “L’importanza data alle connessioni è un fattore che abbiamo in comune con l’Europa”. La signora Hasina ha sottolineato che negli ultimi 15 anni l’economia bengalese è cresciuta da 70 a 465 miliardi di dollari e che il suo paese vuole diventare il crocevia tra Europa e Sud-Est Asiatico. “Nei paesi più instabili, il Global Gateway è essenziale”.
Anche Eddie Rama, il premier albanese, ha celebrato il piano comunitario. In un discorso ha ricordato le parole dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel: “Le autostrade possono funzionare correttamente senza la democrazia, ma la democrazia non può funzionare correttamente senza autostrade”. Il momento è delicato. Da più parti l’Europa è accusata di doppio standard nel valutare la guerra russo-ucraina e il conflitto in Medio Oriente. Il fossato tra l’Europa e il sud del mondo rischia di allargarsi.
Nel corso della conferenza, la Commissione europea ha annunciato la firma di nuove intese: 500 milioni di euro nelle rinnovabili in Vietnam; 400 milioni di euro nella transizione energetica in Bangladesh; 246 milioni di euro nell’eolico a Capo Verde; 146 milioni di euro nella costruzione di un impianto idroelettrico in Tanzania; 60 milioni di euro nell’economia sostenibile nelle Filippine; 20,4 milioni di euro nell’alimentazione sostenibile nelle isole Comore.
Nel frattempo, hanno fatto passi avanti il partenariato con la Namibia nel campo delle terre rare, il progetto ferroviario con la Moldavia, e nuovi piani di formazione in Armenia, in Kenya e in Tagikistan. Nel settore dell’istruzione, la commissaria allo Sviluppo Jutta Urpilainen ha firmato un contratto da 46 milioni di euro nell’ambito di una iniziativa regionale tesa a sostenere l’istruzione e dello sviluppo professionale degli insegnanti in Africa.
Di Beda Romano – fonte: https://www.ilsole24ore.com/