Digitalizzazione, innovazione e sviluppo etico e sostenibile devono prendere forma con azioni pratiche e fattibili per accompagnare la Pubblica Amministrazione, le aziende, il nostro Paese e noi cittadini nel futuro che abbiamo immaginato
di Antonino Gulisano
L’innovazione e la digitalizzazione devono far parte di una riforma strutturale dello Stato che promuova più democrazia, uguaglianza, etica, giustizia e inclusione e generi una crescita sostenibile nel rispetto dell’essere umano e del nostro pianeta.
Stiamo vivendo nel periodo a più alto tasso di innovazione di tutta la storia dell’umanità, nel mezzo di una rivoluzione tecnologica in cui l’innovazione e la scienza offrono opportunità mai viste prima.
Viviamo altresì in un’epoca estremamente complessa, nella quale differenti tecnologie e trend non ci lasciano il tempo di adattarci e invadono con una rapidità esponenziale ogni settore della nostra società, dall’istruzione, alla politica, dalla produzione, alla previdenza sociale fino ad arrivare alla sfera personale.
Tra opportunità e complessità, il nostro Paese muove con difficoltà i primi passi verso l’innovazione: tra le cause, una mancanza di visione strategica comune che indirizzi verso azioni capaci di imprimere una trasformazione digitale e tecnologica al Paese, organizzando i processi di trasformazione in modo interconnesso, agevolando il cambiamento in maniera strutturale e creando le condizioni favorevoli affinché si generi innovazione.
È l’ultimo momento che abbiamo a disposizione per immaginare il futuro e l’adozione consapevole della tecnologia, integrata con la società sotto i profili etico, sociale, economico, ambientale e biologico.
L’Italia ha il dovere di cogliere i benefici della quarta rivoluzione industriale, (4.0) attuando fin da oggi iniziative sistemiche per lo sviluppo del digitale e della tecnologia in ogni settore, fornendo ai lavoratori le competenze per “i lavori del futuro” e formando le nuove generazioni per prepararle al mondo che le aspetta.
Le tre sfide (digitalizzazione, innovazione e sviluppo etico e sostenibile), devono prendere forma con azioni pratiche e fattibili per accompagnare la Pubblica Amministrazione, le aziende, il nostro Paese e noi cittadini nel futuro che abbiamo immaginato.
La strategia di innovazione affonda le radici negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, la cui analisi ha portato all’individuazione delle tre sfide principali:
La prima sfida punta alla realizzazione di una società digitale
Questo obiettivo si basa sulla realizzazione di migliori infrastrutture digitali, sulla valorizzazione dei dati, sulla creazione di competenze digitali, sulla radicale digitalizzazione del settore pubblico, che darà impulso anche alla trasformazione digitale del settore privato. In questa prima sfida l’obiettivo è quello di “clabare” con la fibra veloce tutte le aree del Mezzogiorno e delle Aree interne e Montane
Ogni azione sarà guidata dai seguenti principi:
La seconda sfida propone cambiamenti strutturali per sviluppare l’innovazione nel Paese.
Favorire la progettazione e l’applicazione di nuove tecnologie nel tessuto produttivo italiano e la crescita di settori tecnologici quali la robotica, la mobilità del futuro, l’intelligenza artificiale, cyber security.
I cambiamenti strutturali agevolano e accelerano l’innovazione nell’ecosistema.
incentivi alla creazione di ecosistemi di innovazione che aiutino la contaminazione (hub), formazione ad hoc per startup e società di venture capital, supportano la crescita di innovazione. Ci concentreremo non solo su settori verticali del made in ITaly (settore manifatturiero, turismo, food, moda, design, sociale, digital humanities) e sull’industria tech italiana (ai, cyber security, robotica e mobilità del futuro) ma anche su processi di “cross fertilization” dove l’abbinamento di settori differenti saranno la chiave di successo della crescita di innovazione.
La terza sfida affronta un tema centrale della quarta trasformazione industriale.
La sfida umana è lavorare per un’innovazione etica, inclusiva, trasparente, ecosostenibile che aumenti il benessere della società.
I cittadini devono essere istruiti e formati per accedere ai lavori del futuro attraverso un processo di formazione continua.
Per essere istruiti devono avere gli strumenti, come un “tablet” e un collegamento internet gratuito o a costo politico per tutte le famiglie.
L’automazione e l’innovazione stanno trasformando il mondo del lavoro, contribuendo alla creazione di nuovi lavori che richiedono nuove competenze e aggiornamento continuo.
Percorsi di formazione verso gli studenti ma anche formazione continua e reskilling dei lavoratori, così come forme di tutela dei lavoratori impegnati nelle nuove tipologie di lavoro, permettono di sviluppare le competenze necessarie per far fronte ai lavoratori del futuro.
Altro obiettivo dell’innovazione devono essere percorsi per formare tecnici superiori in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività in Italia, sono scuole di alta tecnologia strettamente legate al sistema produttivo che preparano i quadri intermedi specializzati che nelle aziende possono aiutare a governare e sfruttare il potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0, secondo il modello organizzativo in ATS (associazione di impresa temporanea) di partecipazione in collaborazione con imprese, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo.
Compito dello Stato sarà raccordare queste tre realtà sulle tematiche di innovazione.
In Italia gli over 65 sono quasi 14 milioni, ovvero il 22% della popolazione, che raggiungerà il 33% in 25 anni. Sono circa 1,2 milioni gli over 65 che si definiscono isolati e privi di amicizie e di reti al di fuori della famiglia (fonte ISTAT). Il rischio che restino esclusi dalla trasformazione digitale in atto e privati della possibilità di esercitare i loro diritti di cittadinanza in digitale è drammaticamente elevato.