Oggi la rubrica: Grandi donne della storia si raddoppia, per ricordare e raccontare le sorelle Agazzi. Rosa e Carolina Agazzi, di Volongo nei pressi di Cremona, sono state due pedagogiste cosiddette: sperimentali. Hanno infatti progettato un metodo, quello agazziano da inserire nella didattica della scuola dell’infanzia. Il periodo storico in cui vissero ed operarono: fine ottocento e metà novecento, segnò una rivoluzione nel concetto educativo per la scuola dell’infanzia, dopo il metodo montessoriano. In cosa consiste il progetto delle sorelle Agazzi? Far divenire il bambino non più spettatore ma attore protagonista del suo apprendimento, attraverso attività ludiche e azioni quotidiane che, responsabilizzano il bambino aiutandolo a divenire un adulto consapevole. Stimolare la creatività in attività varie, creando nei bambini un’esperienza diretta senza intromissioni , se non necessarie delle insegnanti che indirettamente agiscono senza interferire più di tanto nelle attività dei piccoli. In questo modo uno degli obbiettivi che, si svilupperanno sarà proprio l’insegnamento che i bambini più grandi insegneranno a bambini più piccoli ciò che, hanno appreso. Contrarie alla precocità dell’educazione che non forma niente altro che scolari e non bambini consapevoli e capaci di organizzarsi anche attraverso i contrassegni che, permette ai piccoli di sviluppare una memoria logica ed ordinata ed esatta per collocare le proprie cose, tutto semplicemente giocando. L’utilizzo di spazi come giardini, cucine stanze del riposo sono ambienti fondamentali per formare i bambini. Furono anche formatrici di insegnanti che, adottarono le loro metodologie con successo.