L’Alluvione di Santa Lucia (Sint-Luciavloed) è stata causata da una terrificante onda di marea che ha colpito i Paesi Bassi e la Germania settentrionale il 14 dicembre 1287 (il giorno dopo Santa Lucia), quando una diga ha rotto gli argini durante una tempesta, uccidendo tra 50000 e 80000 persone, nella nona alluvione della storia in termini di perdite umane, la seconda in Europa dopo quella del 1530, sempre nei Paesi Bassi (oltre 100000 morti nella “tempesta di San Felice”).
Un vasto territorio fu definitivamente allagato in quelli che ora sono il Waddenzee e l’IJsselmeer. Fu particolarmente colpito il nord dei Paesi Bassi, in particolare la Frisia. La città di Griend fu quasi distrutta, solo dieci case rimasero in piedi. Il nome Zuiderzee data da questo evento, l’acqua costituiva infatti solo un poco profondo lago interno quando le prime dighe erano in fase di costruzione, ma l’aumento del livello del mare del Nord creò il “Mare del Sud” (Zuiderzee in olandese), quando le inondazioni, in particolare appunto quella del 1287, inondarono ampi settori di territorio.
Il disastro fu simile nella sua dinamica al Watersnoodramp del 1953. Tra il 31 gennaio e il 1 febbraio di quell’anno una profonda bassa pressione coincidente con l’alta marea causò una “storm surge” che provocò circa 2500 morti.
Anche se non è nota con il nome di Santa Lucia, la stessa tempesta ebbe effetti devastanti anche dall’altra parte del Mare del Nord, in Inghilterra. La tempesta uccise, infatti, centinaia di persone in Inghilterra, 180 nel solo villaggio di Hickling, Norfolk, dove il livello dell’acqua salì un piede (oltre 30 cm) al di sopra dell’altare maggiore della chiesa del priorato.
La tempesta di Santa Lucia è una delle due del 1287 a volte indicate come “grande tempesta”. L’altra fu la grande alluvione nel sud dell’Inghilterra del mese di febbraio. Insieme alla “storm surge” del gennaio 1286, le due tempeste del 1287 pare abbiano causato il declino di uno dei porti all’epoca più importanti d’Inghilterra, quello di Dunwich, nel Suffolk.
La ancora più devastante alluvione di San Felice (in olandese Sint-Felixvloed), la peggiore in Europa per numero di morti (oltre 100000), avvenne sabato 5 novembre 1530, il giorno dedicato a San Felice. Questo giorno è stato poi conosciuto come il “Sabato Malefico” (Quade saterdach). Gran parte delle Fiandre e della Zelanda furono spazzati via, compresa quella che ora è chiamata Verdronken Land, intorno a Reimerswaal.
La zona a est di Yerseke, a quel tempo nota come Oost-Watering, fu completamente spazzata via. Nell’area si trovavano 18 villaggi e la città di Reimerswaal, all’epoca la terza della Zelanda dopo Middelburg e Vlissingen . Dal momento che la città, sulla Schelda, era situata leggermente più in altro del resto della regione, essa rimase isolata come una piccola isola. Il terreno intorno non poté essere protetto malgrado numerosi tentativi di arginare la zona, la città decadde rapidamente negli anni seguenti anche a causa di altre alluvioni, fino al definitivo abbandono del 1632 (l’attuale Reimerswaal si trova più a sud dell’antica). L’area che fu inondata è oggi conosciuta come “terra sommersa di Zuid-Beveland”. Oost-Watering, Noord-Beveland e Schouwen-Duiveland furono colpite duramente dall’alluvione di San Felice. Il Noord-Beveland fu completamente inondato, lasciando visibile solo la torre di Kortgene.
DI Giovanni Staiano – fonte: https://news.meteogiornale.it/