Di Lillo Venezia – Direttore Responsabile
È vergognoso che i rappresentanti dei 5S alzino la voce contro Autostrade ed i Benetton: Di Maio e Toninelli hanno peccato anche più di altri e non possono dire di avere lanciato la prima pietra. Nel 2013, quando a Genova si discuteva di una opera che potesse alleggerire il traffico leggero e pesante dal ponte Morandi, Grillo ed il suo blog, quotidianamente sfornavano insulti e ingiurie contro chi voleva fare l’opera, denominata Gronda, per i costi e perché, a loro dire, in odore di mazzette e corruzione. Infatti i costi di Gronda erano previsti in oltre 4 miliardi di euro, ma i benifici, si diceva, avrebbero abbondantemente giustificato la spesa. Si formò così il comitato No Gronda, di cui Grillo e il suo blog fecero da amplificazione. È chiaro che il ponte Morandi avrebbe avuto bisogno di continua manutenzione da parte di Autostrade società, che i piloni col tempo si sarebbero dovuti rinforzare con iniezioni di cemento armato. Ma comunque ad un’alternativa si doveva pensare. Sì Gronda, No Gronda: il dibattito si è prolungato, diverse relazioni opposte sono uscite e qualcuno già allora lanciava l’allarme di un eventuale collasso strutturale. I Benetton fecero sapere che il ponte poteva reggere almeno 100 anni e Grillo e soci del No Gronda presero per buona quella previsione, facendo dire ad un consigliere grillino molto ligio che l’allarme era una favoletta. E certamente allora sia Di Maio che Toninelli ed i deputati e senatori liguri appoggiarono le tesi del No Gronda.
I grillini erano allora in tutti i comitati del No: No Tav, No Tap, No Muos, che hanno regolarmente tradito ed illuso una volta al governo. Quindi i due, a cui aggiungerei Travaglio ed il Fatto Quotidiano, sempre più governativo, non provano alcuna vergogna nell’attaccare Autostrade.
La favoletta si è avverata e nel peggiore dei modi. I due ministri, almeno politicamente hanno delle responsabilità come e più di Autostrade società. Come la responsabilità va estesa a tutta la politica locale e nazionale per la loro brutale ottusità e cecità. Le lacrime di coccodrillo già escono a fiumi a Genova, una città molto critica e debole strutturalmente.