Il mondo dell’economia guarda con timore al coronavirus, arrivato ormai in diversi paesi al di fuori della Cina, tra cui l’Italia. C’è però un settore che non è stato intaccato dall’epidemia in corso e, anzi, ne ha tratto dei benefici: Netflix e altre società che offrono servizi di streaming, secondo gli analisti, hanno ottenuto dei vantaggi dalla permanenza delle persone nelle proprie case per la paura del virus COVID-19. La scorsa settimana, il colosso dello streaming ha registrato una crescita dello 0,8 per cento delle proprie azioni, mentre Wall Street ha chiuso con uno dei risultati peggiori degli ultimi nove anni a causa della paura che il virus possa provocare una recessione globale.
Netflix “ovviamente beneficia del fatto che i consumatori restano a casa a causa delle preoccupazioni sul coronavirus (COVID-19), e questo riflette in una notevole sovraperformance dei prezzi delle azioni questa settimana”, ha scritto l’analista Dan Salmon, citato da Variety. A beneficiarne sono anche altre compagnie del settore tecnologico come Facebook, Amazon e Slack.
Dure invece le conseguenze per le società legate a spettacoli e spazi d’intrattenimento. Dopo Shanghai e Hong Kong, anche Tokyo ha annunciato la chiusura temporanea a scopo precauzionale dei due parchi a tema della città, Disneyland e DisneySea. I parchi resteranno chiusi dal 29 febbraio al 15 marzo a causa delle misure straordinarie volute dal governo giapponese per limitare la diffusione del nuovo coronavirus.
La Disney chiude così tutti i suoi parchi tematici in Asia, con le relative conseguenze. Si stima infatti che solo la chiusura per due mesi del parco di Shanghai potrebbe costare alla Oriental Land, la società che gestisce il marchio in Asia, perdite per 135 milioni di dollari. Rimane invece in dubbio la premiere del live action ‘Mulan’ in Cina, su cui la società aveva grandi aspettative. Il paese è il secondo mercato più vasto a livello mondiale per l’industria cinematografica. La Walt Disney potrebbe puntare sul lancio di Disney+, la sua piattaforma di contenuti in streaming, in altri paesi per recuperare il terreno perduto.
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Fonte: economia agi