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L'attrice egiziana Rania Youssef rischia 5 anni di carcere per un abito succinto

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Un vestito lungo, scuro ed elegante, ma troppo trasparente per alcuni. L’outfit dell’attrice egiziana Rania Youssef, ha fatto storcere il naso a molti suoi connazionali, che hanno duramente criticato l’abito indossato dalla donna alla serata finale del Cairo Film Festival. Ma non solo – racconta Tpi – la 45enne dovrà infatti affrontare anche un processo penale, a seguito della denuncia da parte di tre avvocati per “atti osceni in luogo pubblico, volti a incitare il libertinaggio, il vizio, la tentazione e la lussuria”.

Se riconosciuta colpevole rischia fino a cinque anni di reclusione. L’attrice ha deciso di chiedere pubblicamente scusa spiegando che non avrebbe indossato quel vestito se avesse saputo che le avrebbe causato così tanti problemi. “Voglio reiterare il mio impegno ai valori e all’etica con cui sono stata cresciuta nella società egiziana” ha detto.

Anche le associazioni sindacali degli attori si sono schierate contro la donna, condannando la scelta del vestito: “Ci rincresce sottolineare che alcuni invitati alla serata finale del Cairo Film Festival non si sono adeguati alla tradizione, ai valori e alla morale della comunità”.

I precedenti

Nel Paese non sono nuovi casi del genere, ricorda la Bbc online. Solo pochi mesi fa una ballerina russa di danza del ventre era finita sotto processo per turbamento della moralità, mentre lo scorso anno la cantante Shima Ahmed era stata condannata a due anni di reclusione a causa del video di una delle sue canzoni: l’accusa era di “incitamento al libertinaggio”.
 

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Fonte: estero agi


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