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L'apertura a Renzi rischia di spaccare i Cinque stelle

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AGI – I 5 stelle aprono a Matteo Renzi. Con l’unico paletto che a guidare il nuovo governo sia ancora Giuseppe Conte e che sia blindato da un patto di legislatura. Italia viva accoglie la mano tesa ed è pronta a sedersi al tavolo. I renziani si dicono certi che se ci sarà “schiettezza e chiarezza” e si lavorerà sui contenuti, si potrà dar vita a un nuovo esecutivo “ancora più forte“, spiega Ettore Rosato.

Ma il cambio di linea pentastellato, annunciato dal capo politico Vito Crimi al termine del colloquio con Sergio Mattarella, che ha chiuso le consultazioni al Quirinale, rischia di spaccare il Movimento, già attraversato da forti fibrillazioni. E Alessandro Di Battista, che nei giorni scorsi aveva posto il veto sul senatore di Rignano, minaccia l’addio. 

Crimi mette sul tavolo del Capo dello Stato la disponibilità dei pentastellati a ripartire dall’attuale maggioranza, quindi compresa Italia viva, per uscire dall’impasse della crisi, purchè l’incarico di guidare il nuovo governo venga affidato a Giuseppe Conte, “l’unico nome in grado  in grado di condurre con serietà questa fase particolarmente complessa”.

“Può oggi il Paese accettare che sia il momento dei veti, dei personalismi, dell’arroccarsi sulle proprie posizioni? dice il capo politico o piuttosto chiede che sia il momento della responsabilità e della condivisione? E’ il momento di fare un passo avanti, tutti insieme. E farlo velocemente”, aggiunge Crimi.      

Dunque, prosegue l’esponente M5s, il Movimento è disponibile “ad un confronto con chi intende dare risposte concrete nell’interesse del Paese, con spirito collaborativo, per un governo politico che parta dalle forze di maggioranza che hanno lavorato in questo ultimo anno e mezzo insieme. Ma con un patto di legislatura chiaro davanti ai cittadini e che sia affrontato con lealtà”.

In ogni caso, è la pregiudiziale posta da M5s, “l’unica persona in grado di condurre con serietà ed efficacia il Paese attraverso questa fase particolarmente complessa è Giuseppe Conte” che “nel corso dell’ultimo anno, in condizioni eccezionalmente gravi e difficili, ha dimostrato di saper operare con senso di  equilibrio, capacità decisionale e spirito di sintesi”. L’apertura di Crimi, che molti si aspettavano e che era già stata criticata dalla componente più dura dei pentastellati, fa deflagrare il Movimento. “Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi  storico”.

Per Di Battista l’apertura dei Cinquestelle a Renzi significa rimettersi nelle mani di un “accoltellatore professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. Ed ogni coltellata sarà un veto, un ostacolo al programma del Movimento e un tentativo di indirizzare i fondi del recovery verso le lobbies che da sempre rappresenta. L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie”, conclude.    

Il ramoscello d’ulivo del M5s è invece accolto con favore dai renziani: “Le cose dette da Crimi vanno nella direzione che abbiamo chiesto“, dice il presidente di Iv Ettore Rosato. “Avevamo chiesto un atteggiamento chiaro da parte dei partiti di maggioranza per sapere se c’è la volontà di costruire una maggioranza politica seria, mi sembra che la risposta di M5s sia coerente con questa richiesta, ora verificheremo i passaggi successivi”, aggiunge.   

Nell’ultima giornata di consultazioni, prima della delegazione del M5s, era stata l’opposizione a incontrare il Capo dello Stato: il centrodestra ritrova unità nella richiesta a Mattarella di valutare l’opzione del voto politico anticipato. La corposa delegazione del centrodestra, 13 in tutto, tra leader e capigruppo, chiede che si arrivi al più presto a una soluzione “rapida” della crisi che porti alla formazione di un “governo coeso”.

La via indicata, nel rispetto e riconoscimento delle prerogative di Mattarella, è quella del voto politico anticipato e nessuno del centrodestra sosterrà mai un governo riedizione della maggioranza uscente. Nel caso in cui, invece, non si arrivasse al voto, viene precisato, tutti i componenti della coalizione “si riservano” di valutare le decisioni che prenderà il capo dello Stato.

E’ il riferimento alle ipotesi di governo di unità nazionale, che troverebbero il favore dei centristi e di Forza Italia (anche se FI vincola il suo ‘sì” a quello della coalizione). Ipotesi che vede la contrarietà di Fratelli d’Italia e al momento quello della Lega di Salvini. Ma che comunque è accennata, in coda alla nota, e quindi non completamente scartata da tutta la coalizione. 

 


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Fonte: politica agi


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