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“Il livello di precarietà e di frantumazione dei diritti non è mai stato alto come in questa fase e sta creando una competizione fra lavoratori che pur facendo lo stesso lavoro non hanno gli stessi diritti e le stesse tutele”. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario della Cgil, intervenuto alle celebrazioni del 130/o anniversario della Camera del Lavoro di Bologna. Ripercorrendo la storia del sindacato, Landini ha tracciato un parallelismo fra gli anni Settanta e oggi. “Quando io ho cominciato a lavorare – ha detto – avevo dei diritti che avevano conquistato quelli che c’erano prima di me, non c’era il ricatto della precarietà e lo statuto dei diritti dei lavoratori sanciva che nella cultura politica tutti riconoscevano che c’era una centralità del lavoro e della persona. Questo quadro, in questi anni, è saltato. Le nuove generazioni oggi sono spesso costrette a fare i conti con un capitalismo senza vincoli sociali dove il lavoro è tornato a essere una merce pura. Uno dei nuovi orizzonti per il sindacato è rappresentare tutte le forme di lavoro, anche autonome e partita iva, che non possono essere concepite come qualcosa di diverso dal lavoro subordinato. Quando nacquero le Camere del lavoro come quella di Bologna la differenza era fra chi aveva e chi non aveva dipendenti”.
“Visto il poco ascolto che il nuovo governo sta avendo verso i sindacati e viste le scelte che continua a fare, credo che nelle prossime settimane il nostro impegno debba essere una pratica di ascolto e costruzione di momenti di mobilitazione”, secondo Landini riferendosi anche al confronto avuto con Giorgia Meloni al congresso del sindacato a Rimini. “Credo – ha detto Landini – che sia il modo migliore per ricordare non solo che abbiamo 130 anni alle spalle, ma che vogliamo averne 130 davanti”.