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Lametia Terme. Al via il maxiprocesso contro la ‘ndrangheta

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di Ettore Minniti

Mentre tutta Italia è distratta dalle misure sull’emergenza sanitaria, i gravi problemi economici e una crisi politica parlamentare incomprensibile, da più parti indicata come una vera follia, inutile e dannosa per il Paese, in Calabria, tra misure di sicurezza eccezionali e giornalisti da ogni parte del globo, è in corso il processo più imponente degli ultimi 30 anni: 400 capi di imputazione, 325 imputati, un plotone di avvocati.

Un maxiprocesso con numeri da impressionanti, che vedrà alternarsi davanti alla Corte una sessantina tra pentiti e testimoni di giustizia, oltre a centinaia di testimoni tra accusa e difese che si svolgerà ad un ritmo di cinque udienze settimanali.

Quest’aula – ha detto Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro e coordinatore della maxi inchiesta che ha portato alla sbarra le più influenti cosche di ndrangheta del vibonese – è un simbolo di tecnologia e legalità: rispettosa delle norme anticovid con mille persone sedute a distanza di sicurezza ed ha la possibilità di fare 150 collegamenti video in diretta”.

L’aula bunker, indicata dal procuratore Gratteri è la più grande d’Europa e al suo l’interno si svolgerà il maxiprocesso “Rinascita-Scott”, scaturito dall’omonima inchiesta svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con a capo Nicola Gratteri, contro le cosche del Vibonese. Processo contro la ‘ndrangheta, che come il primo maxiprocesso svoltasi a Palermo contro la ‘mafia’ entrerà nella storia. Aula bunker super controllata, sorvegliata e presidiata dalle forze di polizia.

Blindati scortati e massiccio pattugliamento delle forze dell’ordine.

L’unica nota stonata, forse, la mancata possibilità di effettuare riprese televisive a testimoniare un evento storico.

Processo spostato dal Tribunale di Vibo Valentia, che ne avrebbe avuto la giurisdizione, a Lametia Terme, scelta per la sua posizione baricentrica e per la disponibilità di una struttura idonea alla celebrazione di un maxiprocesso.  

Sono 325 gli imputati chiamati a rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio aggravato, traffico di droga. Fra gli imputati, boss, presunti boss e loro affiliati, politici, colletti bianchi, esponenti delle forze dell’ordine e dell’imprenditoria.

Finalmente, una rinascita per la Calabria e i calabresi. Tanti i Comuni, presenti in aula, che si sono costituiti parte civile oltre alle tradizionali associazioni Libera e Movimento interesse uomo, alle quali si sono affiancate la presidenza del Consiglio e il mistero dell’Interno.

L’inchiesta “Rinascita-Scott” era stata portata a termine nel dicembre del 2019 dai carabinieri coordinati dalla Dda di Catanzaro sotto la guida del procuratore, Nicola Gratteri. Un’inchiesta, finalizzata a stroncare gli affari della cosca Mancuso e il connubio tra la ‘ndrangheta e alcuni pezzi dello Stato; la massoneria deviata ed esponenti del mondo politico.

Oggi in Calabria si respira un’aria tutta nuova!