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“La vita è bella anche se si sta male”, Gattuso commuove

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AGI – “Voglio fare un appello a tutti quei ragazzini che non si vedono belli: la vita è bella e bisogna affrontarla senza paura, non bisogna nascondersi”: ha commosso il mondo del calcio l’intervista di Rino Gattuso al termine di Napoli-Torino, in cui il 42enne tecnico calabrese ha parlato della sua malattia all’occhio, la miastenia, che è tornata ad affliggerlo per la terza volta in 10 anni. “L’occhio andrà al suo posto e sarò più bello il più presto possibile”, ha sdrammatizzato, “ho sentito in giro che sono morto, che avevo pochi mesi di vita. Invece no, tranquilli che non muoio”.

La solidarietà di Spadafora

Tra i primi a solidarizzare con Ringhio il ministro delle politiche giovanili e dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha definito le sue parole “di grande significato” e “un esempio soprattutto per i più giovani a non arrendersi mai davanti alle difficoltà della vita e a superarle anche attraverso lo sport”.
Sui social sono arrivate decine di messaggi di incoraggiamento a Gattuso e non solo da tifosi del Napoli o del Milan, la squadra di cui è stato un bandiera. “Ammiro Gennaro Gattuso come uomo e come allenatore. Da stasera ancora di più”, ha twittato il giornalista Sandro Piccinini, “se ci fossero più persone come lui il mondo del calcio sarebbe migliore. E non solo il mondo del calcio”.
“Uomo forte, avversario leale, sempre coraggioso, mai banale”, ha commentato un tifoso juventino, “esempio di persona vera, sincera, in un mondo sempre più falso e ipocrita. Daje”.

Una malattia autoimmune

La miastenia oculare è una malattia autioimmune che coinvolge i muscoli degli occhi e delle palpebre e insorge perché alcuni autoanticorpi inibiscono il meccanismo nervoso che permette la naturale contrazione dei muscoli appartenenti al compartimento oculare. A causa dell’affaticamento della muscolatura attorno agli occhi chi ne soffre fatica a tenere le palpebre aperte in modo corretto e infatti Gattuso nelle ultime partite è andato in panchina con una vistosa benda sull’occhio con occhiali.
Andrebbe gestita evitando stress e situazioni faticose ma Gattuso la sua scelta già l’ha fatta: “I ragazzi mi sono stati vicini, ma sono stato male, ho fatto tanta fatica, perché il problema non è solo vedere doppio, solo un pazzo come me può stare in piedi”, ha raccontato in un’intervista tutt’altro che banale, “non è facile vedere doppio ventiquattro ore al giorno. Bisogna accettarlo, c’è di peggio nella vita, se un giorno devo decidere che non ci sono più, spero di farlo in un campo di calcio”.


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