AGI – Chi studierà i motivi del mostruoso successo del settantaduesimo Festival di Sanremo non potrà sottovalutare il decisivo ruolo del FantaSanremo. Quasi tutti lo abbiamo scoperto per quanto accadeva sul palcoscenico dell’Ariston. C’erano i saluti a “zia Mara”, le passeggiate in mezzo al pubblico, gli esercizi ginnici. Soprattutto c’era la misteriosa “Papalina” che poi abbiamo scoperto essere il soprannome del titolare del Bar Corva a Porto Sant’Elpidio, il locale delle Marche dove è nato il gioco nel 2019.
Il FantaSanremo è, in pratica, l’adattamento del Fantacalcio al Festival vinto quest’anno da Mahmood e Blanco. Ci si regista con una squadra di cinque cantanti e poi si compete con degli amici o nella classifica generale usando i “baudi”, la moneta scherzosa e virtuale che deve il proprio nome a Pippo Baudo.
Quello che nel punteggio del fantacalcio sono le reti e gli assist, qui vale per cosa i cantanti fanno o dicono. Incide il piazzamento, certo, ma soprattutto contano i punti che vengono dati e tolti in base al comportamento: il tipo di presentazione, il saluto all’orchestra, baci al pubblico, battere il cinque con Amadeus, il saluto “a zia Mara” o l’inseguimento del carabinieri – che comunque non dovrebbe sorprendere visto che i cantanti vengono scortati in hotel dalle forze dell’ordine: l’anno scorso era accaduto a Orietta Berti, quest’anno è successo ad Emma Marrone.
Intuendone le straordinarie possibilità, Amadeus ha protetto e coinvolto il gioco nel Festival al punto da far partecipare Mara Venier, ovvero “la zia” che veniva salutata, all’ultima serata. “C’è un Sanremo molto giovane e molto social – ha detto Amadeus alla pagina Instagram del FantaSanremo – che entra nel Festival: non va tenuto fuori. C’è un gioco, un tam-tam che coinvolge milioni di persone e di ragazzi, questo li avvicina al Festival. È diventato un gioco di 25 cantanti in gara, non solo di due o tre, che è una cosa molto bella. Anche questo fa parte del cambiamento del Festival e rispecchia la realtà in cui viviamo, che non possiamo tenere lontano perché dobbiamo fare un Festival chiuso in una scatola che deve essere sempre uguale se stessa. Anche questo vuol dire essere attuali”.
Avviene già da tempo ma da oggi, per giudicare il successo di un programma televisivo, di un una fiction o di un film, sarà assolutamente necessario valutarne anche l’impatto sull’enorme community che nasce dall’interazione fra elementi diversi che si integrano perfettamente. Ci si era già provato attraverso il televoto.
L’anno scorso c’erano state tante polemiche per Chiara Ferragni che aveva sfacciatamente chiesto ai propri followers di votare per il marito. Quest’anno grazie a un gruppo di ragazzi che volevano solo divertirsi e all’intelligenza del direttore artistico del Festival, il collegamento è avvenuto.
Se il settantenne Massimo Ranieri dopo la sua ultima esibizione sussurra “Papalina” vergognoso e si scusa per non averlo fatto prima ignorando l’invito dei nipoti, significa che il salto generazionale è compiuto. Fino a ieri sera il calcio non interagiva per nulla con il fantacalcio ma, proprio mentre si stava chiudendo la kermesse sanremese, i primi calciatori si muovevano nella strada indicata dalla sinergia appena nata. La lezione comunicativa che Amadeus e i cantanti hanno dato al mondo del calcio dovrebbe essere studiata da tutti. Sto pensando ai politici, sempre più lontani dai giovani. E non solo.
Source: agi