Type to search

La tesi delle ossa dei caduti di Waterloo vendute come concime sarebbe fondata

Share

AGI – La misteriosa carenza delle ossa dei soldati caduti durante la battaglia di Waterloo ha portato diversi scienziati a ipotizzare che i resti umani fossero stati venduti come fertilizzante, e ora una nuova analisi suggerisce che questa ipotesi potrebbe effettivamente essere fondata.

Ad avvalorare questa macabra teoria uno studio, pubblicato sul Journal of Conflict Archaeology, condotto dagli scienziati del Center for Battlefield Archaeology presso l’Università di Glasgow. Il conflitto di Waterloo, spiegano gli autori, è stata una vicenda estremamente sanguinosa, nella quale migliaia di vite sono andate perdute, ma sono stati trovati pochissimi resti nel campo di battaglia e in molti hanno avanzato l’idea che i soldati caduti siano stati utilizzati come concime e fertilizzante.

Il team, guidato da Tony Pollard, ha esaminato dati originali per considerare questa ipotesi.I ricercatori hanno considerato descrizioni e disegni del luogo del conflitto, realizzati da persone che hanno visitato l’area nei giorni e nelle settimane successive alla sconfitta di Napoleone. Tra i documenti più significativi, delle lettere di James Ker, un mercante scozzese che viveva a Bruxelles e che oltrepassò il luogo pochi giorni dopo la battaglia.

Nei suoi scritti, Ker racconta di aver assistito alla morte di diversi soldati ancora agonizzanti sul terreno insanguinato.

L’insieme dei resoconti analizzati dal gruppo di ricerca, descrive le posizioni di tre fosse comuni contenenti fino a 13 mila corpi e almeno articoli di giornale, dal 1820 in poi, fanno riferimento all’importazione di ossa umane dai campi di battaglia europei allo scopo di produrre fertilizzanti.

“Nonostante la possibile esagerazione del numero di soldati presenti nelle fosse comuni – osserva Pollard – c’è un’oggettiva penuria di resti umani a Waterloo. I campi di battaglia europei potrebbero aver fornito una comoda fonte di ossa da utilizzare come fertilizzante”.

Per chiarire meglio questa vicenda, il docente, già Direttore Archeologico presso l’organizzazione benefica Waterloo Uncovered, condurrà un’indagine geofisica ambiziosa per rintracciare i luoghi iniziali di sepoltura.

“Se i resti sono stati rimossi dalle fosse comuni – conclude – dovremmo essere in grado di rintracciare le evidenze nel suolo per ricostruire il mistero delle ossa mancanti di Waterloo. Sarebbe una scoperta davvero significativa, dato che finora nel campo di battaglia sono stati trovati pochissimi reperti”.