La scultura di cui vi voglio parlare oggi è la Nike di Samotracia, nota anche come la Vittoria alata, datata fra il 200 e il 180 avanti Cristo di scuola rodia e che erroneamente viene attribuita talvolta a Pitocrito.
La Nike che si eleva dal piedistallo con i suoi 2 metri e 45, fu scolpita nel marmo pario ovvero un marmo a grana sottile molto pregiato proveniente dalle cave dell’isola di Paro, in Grecia.
La preziosa scultura, rinvenuta senza testa e senza braccia, rappresenta la dea Nike, figlia alata del titano Pallante e di Stige, una ninfa. Era adorata dai greci in qualità di personificazione delle vittorie sportive e belliche.
La divinità è abbigliata con un chitone molto leggero e ritratta in atto di posarsi dopo il volo sulla prua di una nave da guerra. La prua le fa da basamento ed è scolpita in marmo di Larthos, proveniente dall’Isola di Rodi.
Poggia il piede destro sulla prua mentre frena l’atterraggio con il battito delle ali, protendendo il petto in avanti.
Se osservate bene la figura di Nike, noterete che investita da un vento sostenuto che le muove la veste facendola aderire al corpo, mettendo in evidenza le forme sinuose.
La Nike fu scolpita molto probabilmente a Rodi in epoca ellenistica con lo scopo di commemorare la vittoria riportata durante la battaglia dell’Eurimedonte in cui si scontrarono la flotta del re Antioco III guidata da Annibale e la flotta più piccola proveniente da Rodi che da non molto si era schierata con ROma.
Lo scultore tutt’ora rimane ignoto sebbene per tradizione popolare venga attribuita a Pitocrito per un errore direttamente collegato al frammento catalogato come Louvre Ma4194 che però non appartiene in alcun modo al complesso della Nike di Samotracia.
La scultura era ubicata all’interno del santuario dei Grandi Dei di Samotracia ma dopo diversi secoli scomparve letteralmente fino a quando fu rinvenuta a pezzi il 15 aprile del 1867 dal viceconsole francese Charles Champoiseau.
Successivamente la scultura fu comprata dai francesi per essere destinata al Museo del Louvre dove ebbe modo di arrivare dopo un viaggio complesso.
Una volta in Francia, la Nike fu ricomposta presso la Ville Lumière e poi collocata al vertice della scala Daru, progettata da Hector Lefuel per raccordare la Galerie d’Apollon e il Salon Carré.
Dalla nuova sede del Louvre la Nike venne spostata solo una volta, nel 1939, quando per proteggerla da eventuali bombardamenti e possibili trafugamenti fu collocata nel Castello di Valencay.
La scultura fu sottoposta a un importante intervento di restauro iniziato nel 2013 e ultimato nel 2014 per un costo complessivo di 4milioni di euro.
Fonte: https://michelangelobuonarrotietornato.com/