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La scherma italiana rischia di tornare senza ori  

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AGI – La scherma italiana rischia di ritornare dalle Olimpiadi senza medaglia d’oro: non accadeva da Monaco di Baviera 1972. In mezzo una parentesi, quella di Mosca ’80 quando fu un’edizione un po’ a metà a seguito del boicottaggio e l’assenza degli atleti militari. Già certa l’assenza di ori a livello individuale, fatto che non accadeva proprio dall’edizione di 49 anni fa in Germania, a due prove dalla fine del programma della scherma ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 – sciabola a squadre donne e fioretto a squadre maschile – l’Italia della scherma alla Makuhari Messe B, impianto che sorge nella baia della capitale giapponese, non ha ancora conquistato un titolo olimpico.

Certo, medaglie sono state conquistate ma questo settore aveva particolarmente abituato bene lo sport azzurro a suon di metalli preziosi (49 in totale). La giornata odierna si concluderà con il pesante flop della squadra di spada maschile ma nei giorni scorsi i podi sono stati comunque cinque.

Dall’argento di Luigi Samele nella sciabola (prima medaglia dell’Italia a Tokyo 2020) al bronzo della squadra di fioretto maschile passando per l’argento di Daniele Garozzo nel fioretto, il bronzo a squadre nella spada femminile e l’argento a squadre nella sciabola maschile.

Oggi l’Italia della spada ha concluso la settima vittoria (sulla Svizzera 36 a 34). A commentare l’uscita di scena già ai quarti è stato uno dei quattro moschettieri, Marco Fichera che in zona mista ha detto, “ci lecchiamo le ferite, ci prendiamo le critiche e andiamo avanti, ma chiedo a tutti di non mettere in discussione quello che questi quattro atleti hanno messo in cinque anni di attività” per poi aggiungere, “certo, il risultato è deludente e le critiche ci stanno, ma non accettiamo più, neanche da perdenti, le critiche che leggiamo e abbiamo letto in questi giorni sul nostro professionismo, non lo tolleriamo più”.

La scherma italiana in mezzo secolo ha sempre conquistato almeno un oro. Nel 1972 vinsero Antonella Ragno-Lonzi nel fioretto e la sciabola a squadre (femminile solo da Pechino 2008). Ma c’è di più. A eccezione di Mosca ’80, in tutte le altre edizioni la medaglia d’oro venne conquistata almeno a livello individuale.

Nel fioretto, storica grande tradizione italiana per merito soprattutto della scuola di Jesi, nel 1976 a imporsi fu Fabio Dal Zotto, nel 1984 Mauro Numa, nel 1988, Stefano Cerioni, nel 1992 Giovanna Trillini, nel 1996 Alessandro Puccini, nel 2000, 2004 e 2008, Valentina Vezzali, nel 2012 Elisa Di Francisca. Nel 2004, oro nella sciabola di Aldo Montano, nel 2008 nella spada con Matteo Tagliariol.

Il fioretto femminile è persino tornato indietro di 33 anni, ovvero da Seul 1988, l’ultima edizione delle Olimpiadi nelle quali nessuna italiana era entrata in finale o aveva conquistato una medaglia.

Da Monaco di Baviera nel 1972 a Tokyo 2020 solo due volte il fioretto italiano azzurro in rosa non aveva vinto una medaglia a livello individuale, a Mosca ’80 (Dorina Vaccaroni chiuse sesta sotto i colori della bandiera del Comitato Olimpico Internazionale a seguito del boicottaggio) e a Seul nel 1988 (nona Margherita Zalaffi). Nel 1984 l’assenza di podi venne interrotta proprio dalla Vaccaroni, terza. Quattro anni dopo il flop in Corea del Sud.

Source: agi


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