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La Sardegna e i test per chi arriva, molte esenzioni e tanti dubbi

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AGI – E’ in vigore da lunedì 14 settembre la disposizione, valida fino al prossimo 7 ottobre, sul certificato di negativita’ al Covid-19 per chi arriva in Sardegna. La novità, oltre alla reazione del governo, ha scatenato dubbi e perplessità che il presidente della Regione, Christian Solinas ha cercato di superare con una nota esplicativa firmata domenica notte. Due i principali chiarimenti: uno riguarda le spese per i test, l’altro le categorie esonerate, considerato che l’obiettivo dichiarato dell’ordinanza e’ esercitare “un maggior livello di controllo per chi intende entrare nell’isola per finalità ludico-ricreative o turistiche”.
La Regione Sardegna rimborserà i costi sostenuti dai passeggeri in arrivo che, non avendo certificato la negativita’ al Covid-19 prima della partenza, devono sottoporsi al test entro 48 dallo sbarco. Sono esclusi dall’obbligo di sottoporsi al test all’arrivo coloro che viaggiano su navi e aerei per comprovati motivi di lavoro o di salute, gli equipaggi dei mezzi di trasporti, “soggetti appartenenti a organi costituzionali (per esempio, i parlamentari, ndr) o addetti a servizi pubblici e essenziali nell’esercizio delle rispettive funzioni (sanitari, forze dell’ordine, forze armate)” e anche i minori di 10 anni e le persone in uscita dalla Sardegna che vi facciano rientro entro 48 ore.

I test sull’isola

E’, invece, obbligatorio sottoporsi al test una volta arrivati in Sardegna se non si e’ accolto “l’invito” a presentare certificazione di negativita’ all’imbarco: in questo caso bisognera’ comunicare subito il proprio arrivo all’azienda sanitaria competente e accettare di sottoporsi al tampone. In attesa dell’esito si dovra’ osservare l’isolamento domiciliare fiduciario che sara’ interrotto solo una volta accertato l’esito negativo. La Regione conta anche di allestire postazioni per effettuare i test nei porti e negli aeroporti. Gli esami potranno essere eseguiti anche in strutture o punti di prelievo accreditati il cui elenco e’ pubblicato sul sito della Regione https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_422_20200804092506.pdf).
Non e’ ancora chiaro, invece, come potra’ avvenire il rimborso dei costi sostenuti dal passeggero che si sottopone a test in Sardegna: la nota spiega solo che si dovra’ presentare la ricevuto, ma rinvia a una prossima delibera della Giunta regionale termini e modalita’. Altra possibilita’ ammessa per i passeggeri arrivati senza certificato di negativita’ e’ quella di sottoporsi a un test sierologico, anche qualitativo nella struttura di destinazione, purche’ l’esito “sia certificato da un medico abilitato” e trasmesso “alla direzione generale” dell’assessorato regionale alla Sanita’.
“Abbiamo subito da meta’ agosto un attacco politico e mediatico senza precedenti nei confronti della Sardegna, da parte di Regioni di centrosinistra, che hanno creato un danno enorme all’immagine dell’isola, volendola rappresentare come epicentro della nuova ondata di coronavirus”, ha replicato Solinas ai dubbi del ministro Boccia sulla sua ordinanza restrittiva. “Ora ‘stranamente’ lo stesso leit motiv viene ripreso dal ministro Boccia”. Il presidente della Regione ricorda che “su 1.458 nuovi casi in Italia, solo 33 sono segnalati in Sardegna, mentre il Lazio e l’Emilia sono a 143 e la Campania a 122. E il problema saremmo noi?”. A San Teodoro (Sassari), secondo dati diffusi dal sindaco Domenico Mannironi, c’è solo un caso positivo (asintomatico) su 560 tamponi nasali effettuati su altrettanti lavoratori a rischio di contagio. Nella nota localita’ turistica della costa nord-orientale al momento ci sono 10 pazienti positivi asintomatici seguiti a domicilio dall’Ats.
“E’ emerso con chiarezza che la nuova diffusione virale e’ stata determinata in Sardegna dall’apertura dei flussi turistici”, precisa la presidenza della Regione nella nota esplicativa all’ordinanza 43, concepita per prevedere “un filtro in ingresso che non limita in alcun modo la libera circolazione delle persone ma incide sull’attivita’ di screening ad ampio spettro dei soggetti positivi, anche asintomatici o paucisintomatici”.

Obbligo o solo ‘invito’?

Dunque, resta l’obbligo di registrarsi prima della partenza, ma quello di certificare la negativita’ al Covid-19 al momento dell’imbarco resta un “invito”. A questo proposito, la presidenza della Regione ricorda che “esistono centinaia di strutture pubbliche e private convenzionate che effettuano in tempi rapidi e senza alcuna complicazione test coerenti con le previsioni dell’ordinanza”: test sierologici (IgG e IgM) o molecolari (Rna) o antigenici rapidi, da eseguire entro le 48 ore prima della partenza.
Confindustria Centro Nord Sardegna conferma, pero’, i dubbi: “C’e’ o non c’e’ l’obbligatorieta’ di fare un test nelle successive 48 ore dallo sbarco?”, chiede il presidente della sezione Turismo dell’associazione di categoria, Nicola Monello. “A pagina 2 la nota esplicativa prevede che i passeggeri sprovvisti ‘possano mettersi in regola entro le 48 ore successive’; questo fa desumere quindi la volontarieta’ non l’obbligatorieta’, ma piu’ avanti si indicano i soggetti ‘esclusi da tale obbligo’, quindi non e’ per niente chiaro questo aspetto fondamentale. Tra l’altro nel provvedimento non si fa riferimento esplicito a eventuali sanzioni”.
“L’ultima ordinanza e’ talmente confusa e pasticciata da compromettere seriamente la lotta al coronavirus”, accusa il deputato sardo del Pd Andrea Frailis. “Il governo ha fornito alla Sardegna tutta la strumentazione necessaria per attivare le dovute terapie intensive ma dalla Regione registriamo un drammatico ritardo, cosi come denunciamo che di tamponi se ne stanno facendo pochi, troppo pochi”. 

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Fonte: cronaca agi


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