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"La permanenza degli anticorpi dopo l'infezione varia da persona a persona"

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AGI – “La permanenza degli anticorpi dopo l’infezione può variare a seconda della tipologia dei pazienti“. Lo ha spiegato all’AGI Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IGM).

“A seguito di un’infezione da parte di un patogeno il nostro organismo sviluppa una risposta immunitaria. Parte di questa risposta – spiega l’esperto – è la produzione di anticorpi che servono a combattere l’infezione. La forza della risposta, e cioè la quantità e la qualità degli anticorpi che vengono prodotti, quindi se sono più o meno efficaci, può variare molto da persona a persona”.

Così vale anche per il nuovo coronavirus. “Ci sono stati diversi studi che hanno indagato la permanenza degli anticorpi dopo l’infezione e che hanno dato risultati non omogenei proprio perché, a seconda della tipologia dei pazienti, questa durata può essere diversa”, dice Maga.

“Uno studio recente, ad esempio, ha trovato che anche dopo quattro mesi dalla fine della malattia c’era ancora una quantità di anticorpi importante nell’organismo del paziente. Altri studi – continua – hanno visto che anche le persone anziane possono sviluppare una risposta molto efficace, ma ancora oggi non sappiamo quale sia la durata di questa risposta”.

Abbiamo solo qualche ipotesi. “Si stima che possa essere tra i tre e i sei mesi – riferisce Maga – a seconda dell’intensità con cui la persona ha combattuto l’infezione. Di solito chi ha avuto sintomi più intensi avrà una risposta più robusta, ma non c’è una regola generale”.

Questo non vuol dire che il vaccino non funzionerà. “Se ci sarà un vaccino efficace nell’indurre una risposta immunitaria neutralizzante per il virus, questo risposta avrà una certa durata. Potrebbe essere come la vaccinazione antinfluenzale e quindi da ripetere ogni anno”, conclude Maga.

Vedi: "La permanenza degli anticorpi dopo l'infezione varia da persona a persona"
Fonte: cronaca agi


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