Delusione e preoccupazione da parte dei sindacati bolognesi per l’esito dell’incontro al Mimit sulla vertenza La Perla. “Si è appena concluso l’incontro al Mimit, nel quale abbiamo ribadito l’assoluta necessità che si trovino risposte a breve sulla vertenza del gruppo La Perla. Riteniamo inaccettabile che a ottobre non ci sia ancora un testo definitivo del Protocollo che raccorda le quattro procedure giudiziali e le normative italiane e inglesi: le tempistiche di salvataggio di tutte le aziende del gruppo e quindi della vendita congiunta, passano inevitabilmente dalla sua stesura”. Così, subito dopo la riunione da remoto con il ministero, Stefania Pisani di Filctem Cgil Bologna e Mariangela Occhiali di Uiltec Uil Bologna. “Serve, e lo abbiamo ribadito – sottolineano – che si amplifichi ulteriormente la riattivazione delle produzioni e della relativa commercializzazione dei capi, perché è assolutamente necessario essere nel mercato con i propri capi iconici”. “E’ fondamentale – scandiscono – che le maestranze uniche di La Perla vengano tutte messe nella condizione di esprimere le proprie abilità lavorative, se vogliamo raggiungere il necessario obiettivo di salvare l’occupazione che è il presupposto per salvare il marchio del Made in Italy di qualità”.
“Inoltre – proseguono – in considerazione della sentenza del Tribunale di Bologna, notificata a poche ore dall’inizio dell’incontro presso il Ministero, dove apprendiamo la decisione di non procedere all’attrazione in amministrazione straordinaria de La Perla Management srl, saranno necessarie decisioni veloci verso l’esercizio provvisorio di quest’ultima azienda”. “Non nascondiamo la nostra preoccupazione per la mancata attrazione in amministrazione straordinaria – ribadiscono le rappresentanti sindacali – anche perché l’abbiamo da sempre ritenuta la soluzione più congeniale al riavvio delle attività e al mantenimento occupazionale”. “In alternativa all’attrazione – mettono in chiaro – è evidente che non vengono meno i nostri obiettivi: riavvio delle attività e mantenimento occupazionale, ma urge accelerare i tempi”. (AGI)