Cashback, male la prima. L’esordio dei rimborsi si è consumato tra le polemiche per i problemi registrati dagli utenti sull’app IO, sulla quale non è stato possibile caricare i dati dei sistemi di pagamento. Per molti un flop annunciato dagli altri che hanno caratterizzato alcuni dei sistemi digitali della pubblica amministrazione: siti, app, sistemi di pagamento e rimborsi, tutto reso ancora più evidente dal sistema dei buoni che negli ultimi mesi ha spesso fallito al debutto. Ma la serie ha radici un po’ più antiche.
2013, IL FLOP SMART&START
Il primo che balzò agli onori della cronaca nazionale fu a settembre 2013 e fu il flop day del sito Smart&Start, un progetto affidato a Invitalia per finanziare i progetti di impresa innovativi nel Sud Italia. Sul piatto 190 milioni “per imprese che operano nel digitale”. A causa di un numero troppo elevato di accessi al sito – una motivazione che ricorrerà sempre dopo ogni flop – il sito crollò.
2016, BONUS DOCENTI
A novembre 2016 molti docenti segnalarono difficoltà per registrare la propria identità Spid sul sito di Poste Italiane, passo necessario per ottenere la versione ‘informatizzata’ della card del docente, i 500 euro di bonus per beni e servizi a supporto del bagaglio culturale e professionale degli insegnanti.
2017, GRADUATORIE PRECARI
E ancora: nel luglio 2017 andò in tilt il sito del ministero dell’Istruzione, preso d’assalto da 700 mila domande di docenti precari per l’inserimento nelle graduatorie. Di disservizi, anche temporanei, ce ne sono stati diversi.
2018, OFFLINE SITO UPG
L’era Conte, nonostante la grande attenzione ai temi dell’innovazione, non è cominciata in modo assai diverso. Giugno 2018. Il primo esecutivo dell’attuale premier si era insediato da qualche giorno e il sito della presidenza del Consiglio che permette di monitorare lo stato dei decreti attuativi andò offline. Tornò consultabile qualche settimana dopo, ma fu il primo di una serie di incidenti sempre più di frequente hanno caratterizzato la Pa digitale. Fino all’annus horribilis 2020.
APRILE 2020, IL FLOP DEll’INPS
A dare il via alle danze è stato il clamoroso flop del sito dell’Inps nel primo giorno utile a richiedere il bonus da 600 euro per gli autonomi previsto dal decreto Cura Italia. Era il primo aprile, l’istituto di previdenza sociale aveva venti giorni di tempo per preparare il sistema alle domande di bonus da parte degli autonomi colpiti dal calo di fatturato per via delle restrizioni anti pandemia, ma il sito non resse.
I servizi rimasero per tutto il giorno inaccessibili per il troppo traffico in entrata e molti utenti segnalarono che, inserendo i propri dati, il sito rimandava alle sezioni riservate di altri utenti di cui potevano leggere tutto: dati anagrafici, codici, posizioni fiscali. Una debacle e un grave rischio per la privacy su cui dovette intervenire anche il Garante.
NOVEMBRE 2020, FLOP BONUS MOBILITÀ
Il 3 novembre è stato il giorno del bonus mobilità. Il sito per l’occasione fu predisposto dal ministero dell’Ambiente, ma il risultato fu lo stesso: portale impossibile da raggiungere, lunghe code virtuali e sistemi di accesso tramite Spid in tilt. Un click day cominciato nel peggiore dei modi possibili già dalle prime ore. Sul sito si riversarono centinaia di migliaia di utenti desiderosi di ottenere il buono pari al 60% del prezzo d’acquisto di un monopattino o di una bici. Prima divenne impossibile raggiungere il sito stesso, poi saltò anche il sistema di riconoscimento dell’identità digitale, impedendo a moltissimi il completamento dell’operazione.
DICEMBRE 2020 CASHBACK IN TILT
Nuovo bonus, stessi problemi. L’esordio del cashback, martedì 8 dicembre, è stato drammatico, allo stesso modo degli altri servizi della Pa. Questa volta a creare difficoltà è l’app unica dei servizi pubblici – IO – sulla quale al momento non è ancora possibile registrare le proprie carte di credito, passo necessario per ottenere gli ‘sconti di stato’ previsti dal governo.
Centinaia di migliaia di utenti lamentano errori nell’app, impossibile trovare qualcuno che dica di essere riuscito a portare a termine l’operazione. L’unico dato certo è la grande attesa per registrarsi: l’app ha ottenuto finora 7,1 milioni di download, 2,1 solo negli ultimi giorni, quelli subito precedenti all’inizio del programma cashback che promette un rimborso del 10% degli acquisti fatti nel periodo natalizio. In queste ore PagoPA, insieme a Sia, il partner tecnologico che gestisce la sezione ‘Portafoglio’, sta cercando di risolvere il problema potenziando l’infrastruttura tecnologica. Ma al momento i problemi persistono.
LO STALLO DI IMMUNI
Un altro ‘flop’ è considerata l’app Immuni. Anche se prendersela con l’app per gli scarsi risultati ottenuti contro la pandemia appare piuttosto ingeneroso. L’app funziona bene e ha ottenuto diversi riconoscimenti per la sua sicurezza e affidabilità. Quello che è mancato è il meccanismo di tracciamento dei contagi intorno, l’incapacità spesso mostrata dal sistema sanitario di dare seguito alle richieste di caricamento dati degli utenti positivi.
Risultato? Download in stallo da settimane, con l’app che si trova sulla linea piatta dei 9 milioni di download, lontana dalla crescita esponenziale registrata nei mesi precedenti. Anche quando il lato digitale del pubblico ha saputo funzionare quindi, a mancare è stato il suo collegamento col mondo reale.
Vedi: La Pa digitale, quando l'app diventa un flop
Fonte: economia agi