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La misteriosa compagnia aerea americana che fa sognare i cospirazionisti

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AGI – In America c’è una compagnia aerea che non vende biglietti, non comunica la lista dei suoi passeggeri e le cui destinazioni non appaiono sui tabelloni. Eppure esiste da cinquant’anni, i suoi voli appaiono nel monitoraggio del traffico aereo e i suoi apparecchi non vengono affatto nascosti alla vista. Non ha nemmeno un nome ma ormai ci si è abituati a chiamarla ‘Janet Airlines’ dalla parola che i suoi selezionatissimi piloti utilizzano come indicativo di chiamata.

C’è chi dice sia l’acronimo di “Just Another Inexistent Terminal” (“solo un altro terminale inesistente”) o di un più prosaico “Joint Air Network for Employee Transportation” (“rete aerea congiunta per il trasporto dei dipendenti”). E non sono certo queste le teorie più fantasiose scaturite dal mistero che ne circonda le operazioni.

La maggior parte dei voli partono dall’aeroporto internazionale McCarran di Las Vegas, in un settore lontano dalle piste commerciali ma visibile. Nei pressi c’è un settore militare operativo più vasto della Sicilia della quale fa parte una delle destinazioni principali dell’enigmatico vettore: l’Area 51, designazione notissima a chiunque conosca anche in modo superficiale le più celebri teorie del complotto. È nell’Area 51 che si dice sia conservato il corpo dell’alieno che, il 2 luglio ’47, sarebbe precipitato a Roswell a bordo di un Ufo.

È in questa fetta di deserto del Nevada che, secondo alcuni appassionati di cospirazioni, sarebbe stato filmato quello sbarco sulla Luna che – dicono loro – non sarebbe mai avvenuto (ma la versione più popolare, quella dove compare Stanley Kubrick alla regia, sostiene che il set fosse la Norton Air Force Base di San Bernardino).

La “Janet Airlines” ha quindi fatto volare sulle ali della fantasia molti complottisti. Il riserbo che circonda le sue attività ha fatto sì che in molti ritengano che quei velivoli trasportino “uomini in nero” impegnati a studiare i segreti della vita extraterrestre o a sperimentare tecnologie da altri mondi, mantenendone l’umanità all’oscuro. O che, ogni tanto, trasportino gli alieni stessi.

È invece decisamente plausibile che “Janet” trasporti personale militare impegnato in operazioni supersegrete. Per quel poco che se ne sa dopo la declassificazione nel 2013 di numerosi documenti della Cia, l’Area 51 ospita test riservati su tecnologie aerospaziali.

Al collaudo di armamenti e all’addestramento sono inoltre dedicate anche le poche altre mete di Janet Airlines: la Edwards Area Force Base, la China Lake Naval Station, l’Air Force Plant 42 e l’Area 52, nello Utah, dove, secondo alcune teorie della cospirazione più recenti, sarebbero state spostate tutte le prove dell’esistenza di extraterrestri un tempo serbate nell’Area 51, ormai “bruciata”. Ed è proprio nello Utah, nell’ufficio della Hill Air Force Base a Layton, secondo documenti ufficiali, che la compagnia aerea sarebbe registrata per poter operare a livello nazionale.

Quel poco che si sa di Janet Airlines è che ha una flotta di 11 aerei – sei B737-600 e cinque Beechcraft 1900 e 200C – che decollano e atterrano (ma senza spegnere il trasponder, come vorrebbero i più immaginosi) sempre al Gold Coast Terminal, lontano dalla zona commerciale. La fusoliera del velivolo ha solo una striscia rossa o blu che corre da un capo all’altro, senza alcun logo o iscrizione. C’è solo il numero di registrazione stampato sulla coda.

Secondo il sito specializzato Jalopnik, quando gli aerei decollano da Las Vegas, comunicano con il dipartimento di controllo di McCarran tramite un nominativo chiamato “Janet 210” o “Janet 301”. Ma, una volta in aria, i voli diretti all’Area 51 si registrano con la Nellis Air Force Base, che sovrintende allo spazio aereo nel Nevada meridionale.

Sorvolato lo spazio aereo più ristretto del pianeta, il volo cambia frequenza e identificativo di chiamata. Così “Janet 210 o “Janet 301 diventano “Racer 25 o “Bones 58, a seconda dei casi. L’aeronautica militare statunitense non ha mai confermato di possedere l’aviolinea. C’è chi sostiene che ad amministrarla sia la società tecnologica Aecom che, nel 2018, pubblicò sul suo sito un’offerta di lavoro per piloti.

Il requisito principale previsto, spiega ‘La Nacion’, era che i candidati dessero il nulla osta per operare a un livello di sicurezza “top secret” e accettassero “indagini approfondite” sulla loro storia personale e familiare. Condizioni che non vengono poste da alcun vettore commerciale e che hanno sollevato sospetti. Ma, ancora una volta, non è giunta nessuna smentita o conferma ufficiale. Il mistero continua. L’unica cosa certa sono quegli aerei senza iscrizione che vanno e vengono dalle basi militari più segrete degli Stati Uniti. 

Source: agi


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