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La mia America malata

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Dai sindaci sotto scorta ai senatori inseguiti anche dentro ai bagni. Andrew Sullivan lamenta la fine del confine fra pubblico e privato
( Traduzione di Gregorio Sorgi)

“Internet, attraverso le email, ha reso la nozione stessa della corrispondenza privata così porosa al punto da essere quasi inesistente” “Ci sono alcune cose peggiori dell’ipocrisia. Ad esempio, la spudoratezza. La prima è una caratteristica umana; la seconda è sociopatica”
Qualcosa di veramente sinistro sta avvenendo in America. La cruciale distinzione tra vita pubblica e privata sta venendo cancellata. Questo si vede innanzitutto nelle proteste politiche. Non contenti di marciare nelle strade per esprimere i loro malumori e le loro istanze, i manifestanti di tutti i tipi cercano di invadere le residenze private dei personaggi pubblici. Nell’ultimo anno all’incirca, gli esempi si sono moltiplicati”. Così inizia l’analisi di Andrew Sullivan sulla sua newsletter Weekly Dish.
“Il sindaco di Portland ha cambiato casa perché gli attivisti avevano assediato il suo condominio, rompendo le finestre degli uffici di altre persone e gettando detriti al proprio interno. I sindaci di St. Louis e Buffalo sono stati costretti a lasciare le proprie case, e anche il sindaco di Chicago si sente minacciato. Dopo una sparatoria con la polizia a Washington di recente, i manifestanti non hanno solamente protestato davanti alla stazione della polizia, come è loro diritto, ma si sono spostati di 13 miglia verso l’abi – tazione della sindaca Muriel Bowser per minacciarla di morte: ‘ Se noi non avremo giustizia, non riuscirai a dormire’, hanno cantato i manifestanti fuori dalla sua abitazione’”.
Sullivan elenca molti episodi simili in altre città americane, dove sono state utilizzate le stesse pratiche: proteste violente, graffiti intimidatori, minacce personali. Secondo il giornalista, queste pratiche vengono portate avanti dall’estrema sinistra e, in misura minore, dall’estrema destra, specialmente dai manifestanti anti lockdown. Mesi fa alcuni teppisti hanno vandalizzato la residenza della speaker del Congresso, Nancy Pelosi, imbrattando la porta del suo garage e, per non farsi mancare nulla, lasciando la testa di una maiale insanguinato all’ingresso. Ci sono stati molti attacchi contro i dirigenti scolastici che insegnano concetti come la critical race theory, o prevedono l’obbligo di indossare la mascherina. Va bene protestare, dice Sullivan, ma non va bene costringere queste persone e le loro famiglie a vivere sotto scorta.
“Ciò che vediamo all’opera non è solamente la bestialità delle masse. Vediamo qualcosa di più pericoloso; l’erosione del confine tra pubblico e privato. Violare le residenze private e intimidire le famiglie sono solamente due degli esempi più vistosi. Internet, attraverso le email, ha reso la nozione stessa della corrispondenza privata – un principio cardine che i padri fondatori videro come essenziale per proteggere la libertà dalla tirannia – così porosa al punto da essere quasi inesistente.
Un archivio permanente di tutto ciò che hai scattato in pixel, per quanto intimo o personale, esiste da qualche parte; e può essere facilmente scovato, per sempre. Non esiste una protezione completa da questo. (…)
Mettete insieme questa capacità tecnologica di intromettersi nella vita delle persone con una nuova ondata di fanatismo tribale e politico, e vedrete come una società liberale può sciogliersi così in fretta. In una tribù, alcune persone possono essere spaventate dal fatto che una chat in privato o un messaggio possono dare a chiunque l’arma per etichettarli come ‘ suprematisti bianchi’, ‘ misogini’ o ‘ transfobi’ – e vedere la loro vita rovinata. Nell’altra tribù, una donna in Texas può essere spaventata dal fatto che un commento in privato, mail o messaggio su una gravidanza non voluta possa tornare indietro a perseguitarla, per via di una legge passata dal Gop la cui applicazione conta sul fatto che i cittadini si facciano la spia a vicenda. Il revenge porn è un’altra variazione di questo tema brutale. Ovunque guardi, sta scomparendo l’idea che ognuno di noi merita la sua area di privacy.
Potrete dire che rendere tutto ciò che è politico personale è una buona notizia per la trasparenza. E questo è vero fino a un certo punto. Ma è troppo chiedere di non seguire un senatore americano quando va al bagno? Oppure protestare in un modo che non traumatizzi le famiglie delle persone e non distrugga la loro proprietà? Oppure non trasformare un appuntamento andato male in un tentativo di distruggere la reputazione dell’indivi – duo coinvolto? A un certo punto, come abbiamo visto in Gran Bretagna con l’uccisione di un parlamentare, si perde il lume della ragione. Potreste anche vedere la trasparenza come uno strumento brillante per mettere in luce l’ipocri – sia. Anche questo è vero fino a un certo punto. Ma chi è che non ha mai detto o scritto qualcosa nella propria vita di cui si pente? Siamo tutti umani, e tutti ipocriti seppure in diverse misure.
Temo che ciò che stiamo perdendo sia l’idea secondo cui possiamo ricoprire un ruolo pubblico che è del tutto separato dal nostro ruolo privato di essere umani; che possiamo mettere dei limiti a ciò che lo stato può fare nei nostri confronti; e a ciò che possiamo fare l’uno verso l’altro. (…) Ci sono alcune cose peggiori dell’ipocrisia. Ad esempio, la spudoratezza. La prima è una caratteristica umana; la seconda è sociopatica. Vorrei vivere in un mondo in cui prevale la prima. L’idea secondo cui ‘ ciò che è personale è politico’ non è solamente una frase vuota. E’ un concetto che si manifesta nei sistemi totalitari, che non contemplano alcun limite alla propria autorità nelle questioni private, anche su quelle materie che si annidano nell’anima e che portano i cittadini a diventare spie a caccia di eretici. Non voglio vivere in quel mondo trasparente, brutale e senza pietà. Ci trasforma tutti in spie e non ci dà alcuna possibilità di pensare o scappare; è privo di commiserazione e non dà a nessuno il beneficio del dubbio. Non annulliamo la distinzione tra pubblico e privato. (…) Nel breve termine può essere gratificante ma nel lungo termine rende impossibile il dibattito civile, e aumenta il potere dell’odio personale, e alla fine, della violenza politica. Questo è ciò che comporta: una degenerazione dal dibattito civile alla guerra civile”.

fonte:  il foglio quotidiano