AGI – Gli Stati Uniti condannano la messa al bando della Bbc in Cina e chiedono di rispettare la libertà d’informazione. Lo dichiara in una nota il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price.
“Condanniamo totalmente la decisione della Repubblica Popolare Cinese” e chiediamo “alla Cina e alle altre nazioni con controlli autoritari sulla popolazione di consentire il pieno accesso a Internet e la libertà di stampa”, dichiara in una nota il portavoce del dipartimento di Stato americano. Pechino ha accusato la Bbc “di aver violato i principi di verità e imparzialità del giornalismo”.
L’authority cinese per la Radio e la Televisione ha oscurato Bbc World News, vietandone la trasmissione in Cina. La decisione, rende noto l’autorità stessa in una nota diffusa dai media cinesi, è stata presa in seguito a un’indagine sui contenuti trasmessi che “violano gravemente” le disposizioni in materia e non rispettano i requisiti “secondo cui le notizie dovrebbero essere vere ed eque”, provocando un danno agli interessi nazionali della Cina. Pertanto, l’autorità cinese per la Radio e le Televisione “non consente a Bbc World News di continuare a trasmettere in Cina”.
Il provvedimento di Pechino giunge a una settimana dalla revoca di licenza di trasmissione per l’emittente televisiva statale cinese China Global Television Network da parte dell’authority britannica, giustificata dall’Ofcom con l’assenza di responsabilità editoriale dei contenuti trasmessi, che sarebbe, in ultima analisi, del Partito Comunista Cinese.
La decisione di Londra era stata definita una “manipolazione politica” da Pechino, che aveva minacciato di ricorrere a una “necessaria risposta a protezione dei diritti e degli interessi legittimi dei media cinesi”.
La Bbc era finita nel mirino delle critiche di Pechino e dei media cinesi soprattutto per le molte inchieste sulle violazioni ai diritti umani nello Xinjiang.
Il direttore dell’influente tabloid di Pechino Global Times, Hu Xijin, aveva insinuato il sospetto che la Bbc fosse istigata dalle intelligence occidentali per i suoi servizi, “tutti falsi”, ha scritto su Twitter, e che si sia trasformata in “un bastione della guerra dell’opinione pubblica occidentale contro la Cina”.
L’ultima, in ordine di tempo, e durissima inchiesta della Bbc sulla Cina risale alla settimana scorsa, quando l’emittente britannica, in un servizio in cui raccoglieva diverse testimonianze dirette, aveva puntato il dito contro i sistemi di tortura e gli stupri ai danni delle donne uigure rinchiuse nei centri di detenzione della regione autonoma cinese.
“Atrocità” per Washington; “falso” e animato da “forze anti-cinesi” per Pechino, che ha sempre respinto le accuse internazionali di detenzione di massa e di altri abusi nella regione ai danni delle minoranze musulmane, nonostante recenti studi segnalino un aumento delle strutture per la detenzione a partire dal 2017.
Per la Cina sono “centri di trasformazione vocazionale” che aiutano il reinserimento nella società di soggetti sospettati di estremismo, separatismo o terrorismo; secondo rilievi compiuti su immagini satellitari si tratterebbe di veri e propri campi di prigionia, di dimensioni crescenti fino ad assumere le forme di maxi-penitenziari, con torri di guardia e filo spinato sui muri di cinta.
Vedi: La condanna americana per l'oscuramento della Bbc in Cina
Fonte: estero agi