AGI – La Cina ha tagliato il traguardo delle due miliardi di dosi di vaccini contro il Covid-19 somministrate, e oltre 889 milioni di persone hanno completato il ciclo di vaccinazione. Il Paese asiatico, dopo l’annuncio di oggi della Commissione Nazionale per la Sanità, conta per circa il 40% delle oltre cinque miliardi di dosi di vaccini somministrate a livello globale e ha una percentuale di popolazione a essere completamente vaccinata oggi più alta di quella degli Stati Uniti. L’obiettivo di Pechino, ha dichiarato l’epidemiologo Zhong Nanshan, è di avere l’80% degli 1,4 miliardi di cinesi pienamente vaccinati entro la fine dell’anno.
La campagna di vaccinazione procede sempre più velocemente: in sole dieci settimane la Cina ha raddoppiato il traguardo, già ragguardevole, del miliardo di somministrazioni raggiunto a giugno scorso. Pur non essendo obbligatoria la vaccinazione, la Cina ha messo in campo misure forti per convincere i cittadini a immunizzarsi contro il Covid-19.
In varie parti del Paese è stato vietato l’accesso a molti luoghi pubblici ai cittadini non vaccinati, e nella metropoli di Chongqing le autorità hanno avvertito i cittadini che il rifiuto a vaccinarsi senza motivo avrebbe comportato penalizzazioni al social credit system, il controverso sistema di credito sociale che usa i big data per incentivare determinati comportamenti. Queste misure hanno attirato le critiche di molti utenti dei social, alcuni dei quali hanno anche accusato le autorità locali di violare le linee del governo centrale.
L’accelerazione della campagna di vaccinazione delle ultime settimane non ha, però, contribuito a lenire le preoccupazioni delle autorità per il ritorno del virus, dopo l’ondata di contagi partita dal focolaio di Nanchino, e ora riportata “sotto controllo”. La diffusione del contagio in 50 città e in 17 delle 31 province cinesi ha allarmato il governo centrale: la variante delta è arrivata fino a Pechino, ed è comparsa anche a Wuhan, la città dove il Covid-19 si è manifestato per la prima volta e dove non si registravano nuovi contagi dal giugno dello scorso anno.
La Cina ha risposto al ritorno del virus con campagne di tamponi di massa a milioni di persone, lockdown localizzati nei complessi residenziali dove si verificavano contagi, e destituendo i funzionari locali ritenuti colpevoli di negligenza nell’applicazione delle misure anti-epidemiche. La lotta estiva contro il virus ha frenato l’economia, e ha portato alla chiusura, per due settimane, di uno dei terminal più importanti del porto di Ningbo, il terzo al mondo per traffico merci: secondo le previsioni degli analisti, anche ad agosto la locomotiva cinese potrebbe rallentare.
Source: agi