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La Cina lancia l'allarme sulle bolle finanziarie. "Ma è inutile fare stime"

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AGI – L’allerta lanciata dall’Autorità bancaria cinese sul rischio di bolle speculative pronte a esplodere sui mercati finanziari americani ed europei non deve preoccupare perché “fare questo genere di previsioni sull’andamento dei mercati non è solo pericoloso, ma quasi sempre inutile”.

Ne è convinto Fabrizio Pagani, Global Head of Economics and Capital Market Strategy in Muzinich&Co, che in un colloquio con l’AGI ha spiegato: “È chiaro che con le vaccinazioni stiamo vedendo l’inizio della fine della pandemia e c’è un tema di atterraggio verso la normalità. Di conseguenza siamo in un periodo di grandi attese ed eccitamento dei mercati e del mondo economico in generale. E questo può portare a una certa volatilità sui mercati. Lo abbiamo visto ad esempio sul mercato dei Treasury Usa la scorsa settimana”. 

Secondo il presidente della China Banking and Insurance Regulatory Commission, Guo Shuqin,i mercati globali stanno iniziando a vedere gli effetti collaterali delle misure di politica fiscale e monetaria in risposta alla pandemia di Covid-19. “Siamo in una situazione che può portare a una certa esuberanza – prosegue nella sua analisi Pagani – che vedremo anche nei prossimi mesi”. Ma fare da contraltare, per l’economista ci sono alcuni indicatori dell’economia reale che “fanno ben sperare“.

Spiega Pagani: “Se da una parte ci può essere volatilità, dall’altra i dati che ci arrivano dall’economia reale sono sostanzialmente positivi, soprattutto sul fronte delle imprese”. E cita i dati degli indici Pmi manifatturieri diffusi ieri per l’Eurozona e gli Usa, che continuano a crescere toccando livelli record. “La fiducia c’è – osserva l’esperto – ed è vero che oggi nell’economia reale ci sono cose che prima funzionavano come orologi e adesso hanno delle difficoltà, ci sono prezzi più alti e troviamo dei colli di bottiglia, ma sono tutte cose superabili”. 

Quindi ricorda che quella innescata dalla pandemia di Covid è una crisi asimmetrica, che porterà grandi scompensi tra quei settori che sono andati bene e quelli che sono stati colpiti più duramente. “È la cosiddetta ripresa a forma di K – argomenta – con una curva in calo e una in crescita sovrapposte”.

I timori della formazione di bolle sui mercati esteri sta portando Pechino a studiare misure efficaci per gestire i flussi di capitali in entrata, al fine di evitare turbolenze nei mercati domestici: “Io non mi preoccuperei – afferma Pagani – d’altronde il presidente della Fed Powell non ha mai parlato in questi termini e al momento non mi sembra abbia indicato un rischio di questo tipo. Io non farei previsioni”, insiste. 

Source: agi


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