AGI – Dal 2020 sono sette i siti ucraini tutelati dall’Unesco – sei culturali e uno naturale – oggi seriamemente minacciati dal violento attacco russo in atto nel paese. Il progetto multimediale ‘Ukrainer’, citato dalla rivista ‘Artribune’, descrive dettagliatamente questo grande patrimonio di arte cultura e spiritualità che l’umanità rischia di perdere.
Si va dalla magnifica cattedrale di Santa Sofia a Kiev, orgoglio e vanto della capitale, con le sue cupole in oro e verde, agli edifici monastici di Pechersk Lavra. La cattedrale simboleggia l’istituzione di Kiev come capitale dello stato cristiano, fino al XIII secolo fu il principale luogo di culto del paese e ha influenzato il design e la decorazione delle chiese in tutta l’Europa orientale.
Pechersk Lavra è un complesso monastico della Chiesa ortodossa ucraina, fondato nel 1051. La sua influenza spirituale ed educativa ha contribuito a promuovere la fede e la cultura ortodossa in tutta Kiev, dal XVII al XIX secolo.
E ancora: il meraviglioso il centro storico di Lviv o Leopoli; l’Arco geodetico di Struve, catena di triangolazioni geodetiche che vanno da Hammerfest in Norvegia al Mar Nero, attraversando 10 nazioni, ideata e utilizzata dallo scienziato baltico-tedesco Friedrich Georg Wilhelm von Struve per determinare le esatte forme e dimensioni della Terra; le faggete primordiali e le foreste secolari dei Carpazi; la residenza dei metropoliti bukovini e dalmati a ernivci, con la sua Cappella di S. Ioan nel monastero di Suceava; le chiese in legno nella regione dei Carpazi; l’antica città di Tauric Chersoneso, fondata tra il V e il VI secolo a.C. da coloni greci.
Ma l’Ucraina vanta anche tre beni immateriali riconosciuti dall’UNESCO, parte della cultura e tradizione radicata in questo Paese. Parliamo della pittura di Petrykivka, decorazione tipica del villaggio di Petrykivka a Podniprovia, con cui la popolazione e’ solita adornare le case, gli oggetti di uso quotidiano e gli strumenti musicali, caratterizzata da fantasiosi disegni floreali e altri motivi naturali, ricchi di simbolismi.
L’UNESCO ha riconosciuto patrimonio mondiale immateriale anche le canzoni cosacche che narrano campagne, battaglie e storia di vita vissuta, caratterizzate da melodie ripetitive e dallo stile di esecuzione lamentoso.
Infine, da ricordare la tradizionale ceramica dipinta di Kosiv, originaria del XVIII secolo nei villaggi di Hutsulshchyna, che si contraddistingue per la base di argilla bianca e i disegni in soli tre colori – verde, giallo e marrone – a simboleggiare rispettivamente le montagne, il sole e la terra. I motivi raffigurati esprimono la storia, la vita, il folclore, le credenze e le tradizioni degli Hutsul, nonche’ la flora e la fauna della regione circostante.
Source: agi