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La Canestra di Caravaggio

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Bellezza e tragedia in un cesto di frutta
Temporaneamente in mostra al Palazzo Mazzetti di Asti, la celeberrima Canestra di frutta di Caravaggio è un punto di svolta nella storia dell’arte. In mezzo a pesche e grappoli d’uva, si nasconde una sapiente regia pittorica che intreccia vita e morte
di Giuseppe Simone Modeo
Caravaggio, Canestra di frutta, 1597-1600, dettaglio. Photo Giuseppe Simone Modeo
Alla fine del XVI Secolo, Caravaggio (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) dipinge la Canestra di frutta, oggi in permanenza presso la Biblioteca Ambrosiana: un’opera di quelle che cambiano il corso dell’arte e della storia della figurazione. In epoca greco-romana le canestre piene di frutta erano dipinte, a fresco, nelle case aristocratiche, per comunicare agli ospiti le condizioni di agiatezza e di opulenza dei proprietari. Nei secoli successivi, mai un cesto di frutta costituì il nucleo argomentativo e drammatico di un’opera pittorica. Michelangelo Merisi (detto Caravaggio) fu un genio compreso e quest’opera è stata fin da subito un capolavoro compreso, come raramente capita nella storia dell’arte. Generalmente i capolavori complessi come questo dispiegano il proprio significato e l’intimo senso della narrazione del corso dei secoli: gli affreschi di Piero della Francesca sono stati compresi dopo ben cinque secoli. Il cardinale Borromeo, vista l’opera a Roma, decise immediatamente di acquisirla e la pose in mezzo a Madonne e raffigurazioni a tema cristiano, aprendo così la narrazione ad un simbolismo religioso dell’opera. Interpretazione, questa, che giustifica soltanto l’acquisizione dell’opera da parte di un prelato ma che non rappresenta il reale momento interpretativo della stessa.
Il significato della Canestra di frutta di Caravaggio
L’opera si presenta con il fascinoso realismo proprio del Caravaggio, immediatamente attirando sugli oggetti (la frutta e le foglie) l’attenzione dell’osservatore. Subito dopo l’occhio si ferma sull’intreccio del midollino della cesta, che costituisce l’unico elemento dotato di spazialità. Da ultimo emerge potentemente l’infinita profondità del fondo, dall’indefinibile colore e dall’immensa capacità di contenimento. Si tratta di un’opera che rappresenta con estrema chiarezza la tematica cara all’artista, quella della coesistenza nella vita di ogni individuo, di morte, di bellezza e tragedia. La frutta, posta dal Caravaggio nella cesta, presenta al contempo splendore e degenerazione, le foglie partendo da sinistra, andando verso destra nell’ottica dello spettatore, presentano vitale vigoria, malattia e morte, fino a giungere all’ombra che ricorda le memorie delle vite passate, i fantasmi di esistenze che furono. La Canestra, ben sostanzia la trasfigurazione pittorica del concetto filosofico del cotidie morimur e non, come vorrebbero certi chierici interpreti, del memento mori. Nessun memento mori, in quanto la consapevolezza dell’esistenza convive con la morte e non ne consente mai la dimenticanza.
di Giuseppe Simone Modeo – fonte: https://www.artribune.com/arti-visive/arte-moderna/2024/01/canestra-frutta-caravaggio/