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Kuwait: parlamento sospeso, autocrazia alle porte

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L’emiro del Kuwait Mishal al Ahmed Al Sabah ha annunciato la sospensione per i prossimi quattro anni delle attivita’ del parlamento eletto lo scorso aprile. Una decisione presa con decreto reale che fa temere che il Paese del Golfo sia avviato verso una deriva autocratica e totalitaria. L’emiro Al Sabah ha infatti sospeso anche sette articoli della Costituzione, annunciando una “revisione del processo democratico” che potrebbe andare avanti fino al 2028. Decisioni forti, che arrivano dopo anni di rimpasti e incertezze. Il Kuwait si regge su un sistema semi democratico che costituisce un modello che non ha equivalenti, basato sulla coesistenza tra una camera formata da 50 membri eletti e l’Emiro.
Un processo democratico che rende il Kuwait unico Paese del Golfo a eleggere direttamente il proprio parlamento.
Tra gli articoli della Costituzione sospesi c’e’ quello che prevede elezioni entro i due mesi dallo scioglimento dell’unica camera e la previsione che obbliga alla doppia approvazione delle leggi, sia da parte del parlamento che dell’emiro. Il congelamento di questi articoli in sostanza trasferisce sull’emiro Al Sabah il pieno controllo del potere legislativo. (AGI)
TUY/RED
Kuwait: parlamento sospeso, autocrazia alle porte (3)
Pubblicato: 14/05/2024 15:19
(AGI) – Istanbul, 14 mag. – In Kuwait lo scioglimento delle Camere e nuove elezioni sono state frequenti negli anni, ma un provvedimento di sospensione come questo era stato applicato solo nel 1976 e nel 1986. L’emiro Al Sabah e’ salito al potere lo scorso dicembre, in seguito alla morte del proprio predecessore Nawaf Al Ahmad Al Jaber, ed e’ stato subito chiamato a eleggere il principe.
Qui si e’ consumata la faida con il parlamento, che secondo Al Sabah si sarebbe macchiato di ostruzionismo nella scelta del nome. Il nuovo emiro ha anche mostrato piu’ volte insofferenza per le interazioni con il parlamento e ora si teme che scatti una ritorsione mirata a reprimere il dissenso politico. Il piccolo e ricchissimo Paese del Golfo, uno dei piu’ imponenti fondi sovrani al mondo, rischia di finire spaccato e paralizzato tra coloro che hanno accolto con favore la decisione dell’emiro e coloro che non sono disposti a rinunciare a quel pezzo di democrazia partecipata che contraddistingue il sistema politico. Nelle ultime settimane il dialogo politico, fanno notare analisti e dissidenti, e’ stato ammutolito e all’orizzonte non si prospetta alcuna prospettiva di nuove elezioni. Decisioni in contrasto con un recente passato che ha permesso al Kuwait di sviluppare una tradizione di pluralismo e liberalismo e divenire un unicum non solo nel Golfo, ma in tutto il mondo arabo. Con le ultime decisioni il Paese si avvia invece verso il modello del Bahrein, Emirati Arabi e Arabia Saudita, dove le monarchie e gli emiri al potere controllano il sistema legislativo. Una deriva in contrasto con la tradizione del Paese, che potrebbe trascinare il Kuwait alla paralisi politica e, nel peggiore dei casi, verso una deriva autoritaria e totalitaristica. Annichilita la possibilita’ di indire nuove elezioni Al Sabah ha nominato il proprio nipote a capo del nuovo parlamento, destituito da ogni potere. Diversi membri del governo, tra cui il premier, il ministro del petrolio, delle Finanze e degli Affari Esteri, sono rimasti in carica. I ministri fedeli alla Casa Reale ora sono al riparo dal rischio di essere destituiti dal parlamento con un voto di sfiducia che prevede la maggioranza semplice, ma anche dalla possibilita’ di essere chiamati a riferire dinanzi i deputati e, di conseguenza, subire ingerenze sulle politiche del governo. Il parlamento ha avuto per anni anche il compito cruciale di approvare il principe scelto dall’emiro. Diversi analisti fanno notare che, mentre storicamente il parlamento si e’ raramente discostato dalla linea dettata dall’emiro, negli ultimi anni le polemiche e le prese di posizione nei confronti dell’esecutivo si sono moltiplicate. Il parlamento ha accusato il governo di corruzione; l’esecutivo ha risposto puntando il dito contro i parlamentari, che bloccherebbero il piano di diversificazione economica. La coabitazione emiro-parlamento e’ andata cosi’ in tilt, creando una paralisi che ha portato a crisi ripetute e a 4 elezioni in 5 anni. Il decreto dell’emiro ha ora sospeso un parlamento eletto lo scorso aprile e annichilito, tramite la sospensione degli articoli della costituzione, la possibilita’ di nuove elezioni. (AGI)
TUY/RED