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Kosovo: alta tensione al confine con Serbia, blocchi e proteste

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Sale la tensione al confine tra Kosovo e Serbia: il governo di Pristina ha chiuso due valichi di frontiera in risposta alle proteste serbe che da ieri bloccano il traffico transfrontaliero. Il provvedimento, varato nella notte, riguarda il grande valico amministrativo di Merdare e il posto di confine di Brnjak. Entrambi si trovano nel travagliato nord del Kosovo, dove l’etnia serba è maggioritaria in diversi distretti, superando l’etnia albanese che popola il resto del Paese balcanico.
Per giustificare il provvedimento, il ministro degli Interni kosovaro Xhelal Svecla ha dichiarato su Facebook che “estremisti mascherati” sul lato serbo del confine stavano “fermando selettivamente i cittadini che vogliono transitare attraverso la Serbia” verso Paesi terzi. “E tutto questo sotto gli occhi delle autorità serbe”, ha denunciato il ministro.
Ieri decine di manifestanti in Serbia hanno bloccato i due valichi di frontiera per impedire il traffico in Serbia dal Kosovo. Hanno detto che stavano protestando contro la chiusura delle amministrazioni parallele che l’etnia serba del Kosovo settentrionale aveva creato per rivaleggiare con quelle ufficiali. Il governo serbo di Belgrado – che non ha mai riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, la sua ex provincia meridionale – finanzia un sistema parallelo di sanità, istruzione e sicurezza sociale in Kosovo per la popolazione di etnia serba. I dimostranti serbi hanno dichiarato ai media che il blocco dei confini durerà fino a quando la polizia kosovara non sarà “ritirata dal nord del Kosovo e le istituzioni usurpate saranno restituite ai serbi”. Hanno anche chiesto che la forza di pace guidata dalla Nato in Kosovo (Kfor) “riprenda il controllo nel nord del Kosovo”.
Il ministro degli Esteri del Kosovo Donika Gervalla ha dichiarato ai giornalisti che le proteste serbe erano “l’ennesima prova” che Belgrado stava cercando di provocare e destabilizzare il suo vicino meridionale.
Il blocco dei confini è iniziato pochi giorni dopo che la polizia del Kosovo settentrionale ha fatto irruzione e poi chiuso cinque uffici amministrativi legati al governo di Belgrado.
L’animosità tra la Serbia e il Kosovo persiste sin dalla guerra degli anni ’90 tra le forze armate serbe e i separatisti kosovari di etnia albanese. Il Kosovo ha dichiarato l’indipendenza nel 2008. La Serbia si è rifiutata di riconoscerla e ha incoraggiato i serbi che vivono in Kosovo a rimanere fedeli a Belgrado. Le tensioni si sono acuite all’inizio di quest’anno, quando il Kosovo ha reso l’euro l’unica valuta legale, mettendo di fatto fuori legge l’uso del dinaro serbo. (AGI)

VQV