La luce, con la sua magia, che diventa sentimento, emozione, complicità, filo conduttore di una storia romantica. A portarla in scena è Kartell, la storica azienda di design che amplia il proprio orizzonte e pensa a “nuovi mezzi di espressione, nuove modalità di narrazione”. Non stiamo parlando di uno spot pubblicitario attenzione, ma di un vero corto d’autore che farà il giro dei migliori festival. Si chiama “Rasti”, ed è stato realizzato in collaborazione con OffiCine-IED, sotto la direzione artistica di Silvio Soldini, con Lino Guanciale, Eleonora Giovanardi, e Paola Buratto. Loro si sono “divertiti moltissimo” durante le prove e le riprese, raccontano in conferenza stampa. E il risultato è una bella armonia che travalica il set. E’ la prima volta che Kartell si lancia in questa avventura ma potrebbe non essere l’ultima.
“Per noi è stata una cosa un po’ diversa da quanto fatto finora – spiega Lorenza Luti, Direttore Marketing e Retail Kartell- perchè non c’era solo il prodotto ma attori bravissimi, una sceneggiatura, dei testi. Ed è stata un’esperienza bellissima”. D’altra parte “Siamo molto trasversali, ci piace entrare in mondi che non sono i nostri per comunicare – ha aggiunto -. Ero timorosa all’inizio” ma visti i risultati del corto, “sicuramente sì, può essere un inizio” di un nuovo percorso, per raccontare “lo stile del marchio con un nuovo linguaggio”.
Il cortometraggio esplora il tema della luce come forma di linguaggio attraverso la suggestione luminosa delle lampade di Kartell che diventano co-protagoniste della storia: un tenero atto d’amore di un padre verso la figlia, che ha il suo punto altissimo di ‘svolta’ quando si scopre il ruolo della moglie, ma non spoileriamo tutto. In controluce, scenografia e sceneggiatura concorrono a valorizzare l’ispirazione derivata dalle forme, dai colori e dal calore delle lampade e degli arredi di Kartell, accendendo la luce su un altro dialogo: quello intimo tra cinema e design. “Siamo molto felici di aver avviato la collaborazione con Officine-IED – continua Lorenza Luti – su un progetto che mette al centro la luce, interpretata e utilizzata come protagonista di una storia molto emozionale”. Nelle immagini che scorrono sullo schermo, Aledin, Taj, Mini Planet e Bourgie, giusto per citarne alcune, diventano co-protagoniste e si intrecciano con la trama. In scena c’è la sera del compleanno di Anna, che sta crescendo, non è più una bimba piccola e il papà (Lino Guanciale), con la complicità amorevole della compagna (Eleonora Giovanardi), si preoccupa di trovare un modo di comunicare con lei. Il tentativo goffo di appigliarsi ostinatamente a un rituale segreto e magico dell’infanzia trascina il padre e una giovane receptinist d’albergo (Paola Buratto) in un’insolita
avventura notturna, illuminata da una tenera speranza. Una favola narrata dalla voce di Adriano Giannini
che trasmette una fantasmagoria di luci e ombre, un codice morse in cui si alternano illusioni dolci e nostalgie
di un genitore sospeso tra il desiderio di preservare la meraviglia dell’infanzia, e il timore di smarrirsi in un
contatto più intermittente. (AGI)
CRE