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Considerata una delle autrici più brave e apprezzate di tutti i tempi, Jane Austen rappresenta davvero una figura di spicco della narrativa neoclassica, e indubbiamente una delle scrittrici più famose del panorama letterario del Regno Unito e mondiale. Conosciamola meglio da vicino, soffermandoci in particolar modo sulla sua biografia, vita privata e stile di scrittura.

Jane Austen: biografia

La regina talentuosa della letteratura inglese Jane Austen nacque a Steventon il 16 dicembre 1775 e morì a Winchester il 18 luglio 1817, all’età di 42 anni. Complessivamente l’autrice scrisse sei romanzi, cominciati tutti in giovane età (verso i 20 anni): opere che furono tuttavia pubblicate molto più avanti, solo nel 1811.

La sua vita trascorse tra studio, libri, scrittura e famiglia, senza particolari eventi mondani o viaggi. Oltre a romanzi si dedicò anche alla scrittura di tre racconti, cinque altri lavori e una raccolta composta da tre volumi: “Juvenilia” (quest’ultima opera contiene racconti, bozze di romanzi e parodie appartenenti alla letteratura del periodo). Per quanto intensa l’esistenza della donna fu dunque molto breve, e fu spesa completamente in Inghilterra dove fisse per tutta la vita senza mai viaggiare all’estero.

La donna si spostava comunque nella sua Inghilterra con una certa frequenza, almeno fino ai suoi 25 anni, ed ebbe la possibilità di percorrere e visitare il suo Paese soprattutto nell’area meridionale.

Nel corso del 1783 la giovane iniziò a frequentare un istituto scolastico di Oxford, insieme alla sorella, scuola che abbandonò dopo una epidemia di difterite. Sempre insieme alla sorella, successivamente, frequentò anche la “Abbey School di Reading”, dal 1785 al 1786.

Nacque e morì a Hampshire, un villaggio della costa meridionale inglese. Lì fisse fino all’anno 1801, a partire del quale il padre, George Austen, pastore della Chiesa, decise di trasferirsi insieme alla famiglia nella città di Bath. Questa cittadina fu molto riprodotta dalla scrittrice nei suoi capolavori letterari: Austen la usò frequentemente per la sua narrativa ambientandovi gran parte dei suoi ultimi romanzi, nonostante la scrittrice non riuscisse ad ambientarsi totalmente nel luogo perché all’epoca considerato troppo rumoroso e caotico.

Oggi a Bath è stato persino allestito un centro che ricorda la sua vita e le sue opere: “l’Austen Centre”, dove i visitatori possono trovare oggetti e memorie riferite al momento in cui la giovane scrittrice risiedeva nel posto.

Si tratta di un vero e proprio museo, che organizza tour al fine di far ripercorrere ai visitatori tutte le tappe in cui la scrittrice racconta i suoi personaggi nelle opere. A settembre di ogni anno, inoltre, nella cittadina si celebra il “Jane Austen Festival”: un evento che si protrae per diversi giorni, in cui migliaia di appassionati sfilano e danzano che sfilano in costume, partecipano a concerti e spettacoli teatrali, in celebrazione della famosa scrittrice. Nella cattedrale di Winchester è stata infine dedicata una incisione alla donna.

Il trasferimento di Jane Austen dopo la morte del padre

Dopo la morte di George Austen, il padre di Jane, tutta la famiglia si trasferì a Southampton a casa del fratello Frank, ma solo fino al 1809, anno in cui la famiglia si trasferì nel cottage di proprietà di Edward, l’altro fratello di Jane (a Chawtown), nel corso del 1809.

Questo cottage rappresenta il luogo in cui l’autrice visse fino alla fine dei suoi giorni. A Chawtown la giovane si dedicò alla modifica e revisione dei tre romanzi che aveva precedentemente scritto, e nel frattempo ne scrisse di altri: “Mansfield Park”, “Emma” e “Persuasione”.

Nel periodo tra il 1795 e il 1799 cominciò a scrivere e abbozzare le opere che in seguito diventeranno le più note: in particolare “Prime impressioni”, una prima bozza di “Orgoglio e pregiudizio” ed “Elenoir e Marienne” (quest’ultimo è un romanzo che in seguito divenne “Ragione e sentimento“). Nel contempo aveva anche cominciato la stesura di un’altra interessante opera: “Sanditon“, che però rimase incompiuta a causa della morte prematura dell’autrice.

Nel corso del 1816, infatti, la giovane iniziò a mostrare malesseri di salute, tanto da spingere la sorella a portarla da uno specialista nella vicina Winchester. Qui un medico molto noto le diagnosticò una malattia in fase già molto avanzata (si pensa si trattasse del morbo di Addison), patologia che la portò alla morte. Oggi la scrittrice riposa nella famosa cattedrale.

I romanzi pubblicati

Il talento della giovane, comunque, non era certamente passato inosservato al padre, che provò a dare visibilità alla figlia decidendo di pubblicare i suoi scritti. Le sue opere però, inizialmente, non riscossero successo tra gli editori dell’epoca, e per tale motivo non furono pubblicate.

Soltanto negli anni seguenti, dopo la morte del padre avvenuta nel 1805, i suoi romanzi iniziarono ad essere apprezzati: a Chawton un editore: Egerton, decise di pubblicare “Orgoglio e pregiudizio”, nel corso del 1813.

Il libro ebbe un grande successo, e in seguito la stessa cosa accadde per “Mansfield Park“, opera pubblicata nel 1814. Via via furono pubblicati anche gli altri capolavori, in particolare “Emma“, nel 1815; “Persuasione” e “L’abbazia di Northanger” (questi due ultimi lavori furono pubblicati solo dopo la scomparsa dell’autrice).

Le sue opere letterarie, inizialmente, furono pubblicate in anonimo, e solo in seguito all’uscita di “Persuasione” e di “L’abbazia di Northanger”, fu rivelato il nome dell’autrice in qualità di scrittrice dei romanzi (fu il fratello a decidere di rivelarne al pubblico l’identità). Non si hanno molte altre notizie sulla sua esistenza, e quelle che si conoscono sono dubbiose e incerte. La motivazione di ciò risiede anche nel fatto che la madre Cassandra Leigh, dopo la morte di Jane, bruciò la maggior parte delle sue lettere, fattore che non ci ha permesso di conoscere a fondo i pensieri più profondi e gli stati d’animo vissuti dalla famosa scrittrice inglese nella sua breve esistenza terrena.

Da ciò che è arrivato ai nostri giorni, sembrerebbe che Jane abbia avuto una visione di vita non intimista e non universale, ma è difficile dirlo con certezza data l’essenza di affidabili testimonianze storiche.

La vita privata di Jane Austen

Sulla famosa regina talentuosa della letteratura inglese non si sa molto. Jane, durante la sua breve vita, ha mostrato tramite le sue opere di essere una acuta osservatrice del mondo e della sua realtà circostante.

Dalla letture dei suoi romanzi si evince in modo chiaro come ella possedesse una notevole capacità di leggere all’interno dell’animo delle persone, con sottile ironia riusciva ad esplorare i sentimenti umani e gli atteggiamenti.

Sulla sua vita sentimentale non si sa nulla: sembrerebbe che in giovane età la scrittrice abbia avuto una storia romantica con un ragazzo privo di risorse economiche, che per questo motivo si trasferì all’estero lasciando Jane.

Questa dunque non si sposò mai e non lasciò mai la famiglia di origine. Ciò che si sa di lei con certezza è che si dedicò alla passione della scrittura fin dalla giovane età, dando anima e corpo alla creazione di romanzi di costumi e regalando al lettore degli interessanti ritratti della borghesia di provincia.

Lo stile di scrittura

I romanzi di Jane Austin hanno in comune un fattore particolare: si basano sull’assunto che vi sia una forte correlazione tra costumi, comportamenti sociali e carattere degli individui. Scrivere tali opere di costume permetteva alla scrittrice di esplorare l’indole delle persone, le differenze di classe sociale e il loro effetto sugli atteggiamenti umani, il ruolo del denaro e dei beni nella vita degli individui.

Nei suoi libri il tema prevalente è quello dell’amore, della passione e delle storie di vita quotidiana.

Per quanto attiene al suo stile e al suo modo di scrivere, Jane Austen ha indubbiamente affinato le proprie abilità di scrittura grazie agli autori romanzieri del XVIII secolo: da Richardson e dal romanzo epistolare, la giovane ha appreso le enormi possibilità date dalla comprensione psicologica dei personaggi e i dettagli importanti degli eventi della vita.

Da Fielding ereditò la tecnica del “onnisciente” e quella del dialogo tra i vari personaggi delle sue opere. Molti sono infatti i dialoghi utilizzati dalla scrittrice tramite l’uso del discorso diretto, del discorso indiretto libero e con il ricorso allo stile epistolare.

Le comunicazioni tra i vari personaggi delle opere sono perlopiù costituiti da periodi brevi, con scambi di battute molto rapide. Le storie e le trame dei libri di Jane Austin parlano soprattutto dei valori tradizionali predominanti nelle famiglie dei proprietari terrieri e nelle persone appartenenti all’alta borghesia (moralità, decoro, benessere e prosperità economica).

In tutti i suoi romanzi è inoltre presente un elemento molto ben accetto dai lettori: il lieto fine. Ciò che rende speciali i suoi racconti è soprattutto l’analisi delle varie vicissitudini e le difficoltà che i protagonisti vivono, fino a raggiungere il lieto fine.

Tutti i protagonisti dei suoi libri, inoltre, nonostante le varie difficoltà e crisi, riescono sempre a venire a patto con i propri sentimenti.

 

Di Alessandro De Giorgi – fonte: https://blogs.youcanprint.it/