Il significato della cura dell’anima che, secondo Jan Patočka, è il nucleo storico e concettuale su cui si fonda la tradizione occidentale di pensiero. Il concetto di cura dell’anima indica un radicale rivolgimento dello sguardo “in ciò che è”, che cambia completamente l’atteggiamento etico e conoscitivo dell’uomo. Prendersi cura dell’anima significa in altre parole interrogarsi intorno al senso del proprio essere nel mondo problematizzando la relazione tipicamente umana nei confronti della verità.
A partire dall’insegnamento platonico-socratico questa peculiare attitudine intuitiva diventa il motore spirituale di quel cammino storico e culturale cui diamo il nome di Europa. Il problema dell’eredità europea e della storicità radicale dell’esistenza, con la sua ineludibile tendenza al declino, viene ripreso in tutti i testi raccolti nella presente edizione italiana. A partire da diversi autori e temi di riferimento, emerge come urgente una riflessione che, oggi più che mai, interpella lo spirito deresponsabilizzato e avvilito dell’epoca “post-europea”.
L’anima aperta
Filosofi antichi e moderni hanno spesso posto l’anima al centro dell’indagine filosofica. Nell’età moderna la filosofia cerca di implementare un discorso sull’anima in cui la questione fondamentale e decisiva potrebbe essere colta nella contrapposizione tra anima aperta e anima chiusa. L’anima chiusa è come un continente chiuso in se stesso, limitato dall’esterno e che quindi non riceve niente di estraneo. La sua autonomia l’avvicina all’assoluto o, addirittura, la definisce tramite quest’ultimo. Per questo motivo non ha niente di esteriore, niente che dall’esterno possa tracciare un confine per la sua infinitezza o essere causa limitante della sua libertà. Eppure – in modo paradossale – definiamo anima chiusa anche quest’anima infinita. Chiusa in sé proprio perché, malgrado e a causa della sua infinitezza, non può incontrare altri che se stessa. Per essa non esiste alcun “al di là”, pertanto può e deve risolvere ogni problema con forze e mezzi propri, osservando i suoi compiti fondamentali nella prospettiva del dominio, del controllo e dell’incorporamento.
Esiste una versione tanto idealista quanto materialista dell’anima chiusa. Di fronte all’espressione “anima chiusa”, l’uomo rammenta, in prima istanza, la concezione dell’idealismo speculativo – ad esempio, la formulazione dell’esistenza chiusa dell’universo che non possiede nessuna forza che potrebbe opporsi allo spirito conoscente – ma anche le formule che interpretano il mondo come materiale per adempiere al dovere, ecc. Tuttavia, l’anima chiusa domina anche laddove è posta come più alto esponente del mondo esplorato e dominato, laddove viene contemplata come libera e dominante – avendo una relazione intima con tutte le trappole e le maschere del potere, con gli avidi interessi e i relativi inganni. L’anima chiusa è la vetta del mondo. Non c’è niente che riesca fondamentalmente a superarla in valore e significato, non è obbligata a fermarsi di fronte a niente, nessun ostacolo trascende completamente le sue possibilità.
fonte: https://www.orthotes.com/cura/