Il parlamento israeliano ha approvato una legge che vieta l’ingresso nel paese in Israele a chi nega l’Olocausto, le atrocità commesse da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre 2023, e chiede indagini sul comportamento delle Forze di sicurezza israeliane. Il testo ha superato la terza e ultima lettura nella plenaria della Knesset con 12 voti a favore e nessuno contrario, ha riferito il Times of Israel.
In Israele era già in vigore una norma che consentiva di rifiutare il visto a chi sostiene il boicottaggio di Israele. La legge, che porta la firma del deputato Mishel Buskila, amplia l’elenco delle motivazioni: negazione dell’Olocausto e del massacro del 7 ottobre, richiesta di perseguire israeliani per azioni compiute durante il loro servizio nelle Forze di Difesa Israeliane o in altri servizi di sicurezza. La legge si applica anche a chi lavora per organizzazioni che abbiano pubblicamente negato i crimini del nazismo e di Hamas, o sollecitino l’accertamento di responsabilità tra militari impegnati a Gaza.
“Lo Stato di Israele, come qualsiasi altro paese al mondo, deve difendere se stesso, i suoi cittadini, i suoi soldati e la sua identità nazionale”, ha spiegato Buskila. “Molti paesi nel mondo vietano l’ingresso a entità ostili che danneggiano le loro forze di sicurezza. Israele è un paese democratico, ma non è ingenuo. Chi sostiene Israele sarà accolto con rispetto. Chi tenta di minare la nostra stessa esistenza, nega gli orrori del passato o danneggia i nostri soldati e cittadini, non ha posto tra noi”, ha aggiunto.
L’iniziativa do Buskila ha superato la terza lettura poco meno di un mese dopo che la Knesset ha approvato una legge che rende reato penale la negazione, la minimizzazione o la celebrazione dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. (AGI)