Uomini e mezzi sono al lavoro nelle vicinanze di Tal Afar, provincia del nord Iraq nel distretto di Mosul, per riportare alla luce i resti di 1.500 vittime dell’Isis, individuati in una fossa comune nelle campagne della citta’. Centinaia di famiglie appartenenti alla minoranza turcofona dell’area attendono con ansia che dal sito emergano resti che facciano luce sulla sorte di parenti e amici, scomparsi tra il 2014 e il 2017, anni in cui l’intero territorio era sotto il controllo del califfato. Il “Pozzo della morte”, cosi’ è stato soprannominato il punto profondo circa 100 metri in cui si trova la fossa comune, e’ situato a circa 10 chilometri a sud di Tal Afar. La locale minoranza turcofona per anni ha chiesto al governo di Baghdad di compiere ricerche sul sito, rimasto isolato per quasi 10 anni. Secondo quanto reso noto dal governatore del distretto di Tal Afar, Halil Muhsin, sarebbero circa 1.500 i cadaveri sepolti nel “pozzo”. Risultano infatti dispersi piu’ di 1,300 abitanti dell’area. Nella prima fase di scavi sono riemersi i resti di circa 200 persone, le cui spoglie sono state inviate all’ufficio di medicina legale della capitale Baghdad per l’analisi del DNA necessaria a dare un nome ai cadaveri. (AGI)
TUY/TIG