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Iran: elezioni, donne verso boicottaggio urne

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“Boicottare queste elezioni è un dovere morale per tutti gli iraniani che amano la liberta’ e vogliono la giustizia”. Parole pronunciate dall’attivista Narges Mohammedi, premio Nobel per la Pace e attualmente rinchiusa in un carcere iraniano, in vista delle elezioni di domani in cui il Paese sceglie i nuovi membri del Parlamento e dell’Assemblea degli esperti. Quelle del 1 marzo saranno le prime elezioni generali dopo le vaste proteste del movimento “Donna, vita e liberta’” nato in seguito alla morte della giovane curda Mahsa Amini, un custodia della polizia morale, il 16 settembre 2022.
Alla base della volonta’ delle donne iraniane di non recarsi alle urne il 1 marzo, vi e’ l’obiettivo di delegittimare la Repubblica islamica, un sistema in cui non credono e dal quale non si sentono rappresentate, soprattutto dopo che mesi di proteste hanno riportato al centro del dibattito pubblico la questione dei diritti delle donne.
Le manifestazioni, che hanno interessato gran parte del Paese, chiedevano esplicitamente la fine della Repubblica islamica e di uno dei suoi pilastri: l’obbligo del velo per le donne. Il regime ha risposto con una repressione violenta e una nuova legge, ancora piu’ stringente, sul velo. Il bilancio della repressione e’ stato di 500 morti, decine di arresti e 8 esecuzioni capitali. Una crudelta’ che la popolazione, e in particolare le donne, non hanno dimenticato.
Il movimento “Donne, Vita, Liberta’” in occasione delle imminenti elezioni ha invitato le iraniane all’astensionismo “per non divenire complici dei crimini del regime”. L’astensione e’ una delle poche armi rimaste nelle mani delle donne iraniane e il fronte che rifiuta di votare e’ solo cresciuto dopo la morte di Mahsa Amini”. Per tante donne iraniane non vi e’ alcuna differenza tra tutti i candidati in corsa, selezionati ‘a monte’ dal regime per sedere nei 290 seggi del Parlamento e dare una parvenza di processo democratico che legittimi l’esecutivo in carica.
Al contrario, sulle piattaforme social, sono numerosi i commenti di donne che giurano che torneranno a votare solo quando ci sara’ un referendum che permetta di scegliere il sistema di governo del Paese.
L’affluenza attesa si aggira intorno al 30%. Sarebbe la conferma plastica della crepa insanabile creatasi tra lo Stato e la societa’. (AGI)