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Iran: condanna morte sindacalista, sciopero prigionieri Evin

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Cinquantacinque prigionieri politici del famigerato carcere di Evin a Teheran, di cui 30 donne, inizieranno domani uno sciopero della fame, per protestare contro l'”ingiusta condanna a morte emessa per la sindacalista Sharifeh Mohammadi”.
Intanto, 16 prigioniere politiche nel carcere di Evin, tra cui l’attivista premio Nobel, Narges Mohammadi, hanno scritto una lettera per esprimere solidarietà “a tutti coloro che sono minacciati di condanna a morte” e per chiedere la “sospensione delle esecuzioni capitali”.
“Sharifeh Mohammadi, una sindacalista, dopo sette mesi di detenzione temporanea, subendo torture e interrogatori nei centri di detenzione di varie città, è stata condannata a morte in modo infondato”, si legge nella lettera arrivata da Evin. “Questa non è solo la condanna a morte di Sharifeh, ma la condanna a morte di tutti ‘noi’ attiviste sindacaliste, politiche, civili, per i diritti umani e per i diritti delle donne”, prosegue il messaggio. “Consideriamo questa sentenza un potenziale pericolo e un preludio all’emissione di sentenze più pesanti in futuro”, avvertono le donne.
“Ciò che è più evidente in questa condanna a morte è una politica di repressione intesa a soffocare la voce della protesta e delle rivendicazioni che avevano raggiunto un livello significativo con la rivoluzionaria protesta del 2022, e a intimidire e respingere le donne che si sono fatte avanti con voce più forte nel campo dei diritti”.
“Siamo dalla parte di Sharifeh e di tutti coloro che sono minacciati dalla condanna a morte e chiediamo la fine delle esecuzioni”, conclude la lettera, firmata da Sarvenaz Ahmadi,
Anisha Asadollahi, Hasti Amiri, Reyhaneh Ansari-Nejad, Golrokh Iraee, Sakineh Parvaneh, Nahid Taghavi, Nahid Khodajo, Nasrin Khodari-Jovadi, Vida Rabani, Mahbubeh Rezaei, Mahnaz Tarrah, Sepideh Qolian, Narges Mohammadi, Varisheh Moradi
Maryam Yahyavi. (AGI)