I Governi non devono interferire nelle operazioni bancarie, lasciando l’approvazione alle autorità di regolamentazione e agli azionisti la libertà di scelta. Lo ha dichiarato a FT Carlo Messina l’amministratore delegato del più grande istituto di credito italiano, Intesa Sanpaolo, riferendosi sia al ‘caso’ Unicredit sia nei confronti di Unicredit che di Bpm: “Sono gli azionisti, coloro che investono nelle aziende, a determinare il loro futuro”. “I governi non possono scegliere in base al loro gradimento – ha sottolineato – dovrebbero intervenire solo nei casi in cui è in gioco la stabilità finanziaria”.
UniCredit è impegnata nelle potenziali acquisizioni del Banco BPM di Milano e della banca tedesca Commerzbank. Questa settimana il gruppo guidato da Orcel ha aumentato la sua esposizione in Commerzbank al 28%, appena sotto la soglia del 30% che la costringerebbe a fare un’offerta pubblica di acquisto formale. Il governo tedesco uscente ha risposto invitando l’istituto di credito italiano a vendere la sua quota. “È chiaro che oggi siamo in una fase in cui il consenso politico è costruito sulla difesa dei propri confini nazionali in alcuni settori, ma UniCredit possiede già una grande banca tedesca” ossia la HVB, ha dichiarato Messina.
Il mese scorso UniCredit ha anche lanciato un’offerta di acquisto da 10 miliardi di euro per BPM la quale ha respinto l’offerta ritenendola troppo bassa. “Credo che un terzo grande operatore emergerà in Italia a prescindere, perché il mercato lo cercherà”, ha dichiarato Messina. “Consideriamo positivamente un maggiore consolidamento e una maggiore concorrenza nel settore bancario italiano, in quanto ciò è fondamentale per garantire solidi investimenti nella sicurezza informatica e nella tecnologia, che contribuiscono alla forza dell’economia italiana”.
In un decennio di guida di Messina, la capitalizzazione di mercato di Intesa è più che raddoppiata, raggiungendo i 69 miliardi di euro, e la banca ha distribuito la cifra record di 31 miliardi di euro. Nel 2020 ha anche lanciato un’acquisizione ostile di 4,2 miliardi di euro della rivale UBI Banca, che gli azionisti hanno approvato dopo cinque mesi di tese trattative. “La nostra acquisizione di UBI Banca si è svolta rispettando le posizioni delle varie autorità e ricevendo la piena approvazione del mercato”, ha dichiarato Messina. Nel corso del suo ultimo mandato triennale alla guida dell’azienda – che scadrà ad aprile, quando chiederà il rinnovo del contratto – Messina ha fatto degli aggiornamenti tecnologici un pilastro fondamentale della sua strategia. E dopo i recenti problemi, tra cui un guasto alla sua applicazione bancaria questo mese e l’accesso illegale ai conti bancari privati dei politici da parte di un dipendente disonesto, Messina ha reso noto che la banca ha investito più di 30 milioni di euro per creare un nuovo sistema di controllo interno e separare i conti dei politici.(AGI)
PIT