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Inghilterra fine anno con scioperi

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Quello in arrivo nel Regno Unito è un fine anno all’insegna degli scioperi. Dall’inizio di questa settimana, infatti, il settore pubblico britannico ha visto moltiplicarsi le proteste dei lavoratori, che proseguiranno fino al 31 dicembre. Infermieri, operatori sanitari, ferrovieri, dipendenti delle poste, guardie di frontiera e controllori: queste sono soltanto alcune delle categorie coinvolte. E sebbene ciascuna abbia le proprie specifiche battaglie sindacali, ad accomunarle è innanzitutto la necessità di adeguare gli stipendi all’inflazione galoppante.

Secondo l’Ons, l’Ufficio di statistica britannico, nel 2022 i salari nel settore pubblico sono aumentati mediamente del 2,7% a fronte di un tasso di inflazione annuale che supera però il 12%. Le buste paga degli statali hanno dunque perso valore, senza che il governo – il quinto in sei anni – sia intervenuto in maniera efficace. La situazione risulta particolarmente grave in città come Londra, dove pesa un costo della vita tra i più alti al mondo. Come se non bastasse, anche il confronto col settore privato è impari: sempre nel 2022 le aziende hanno alzato in media gli stipendi del 6,9% ai propri dipendenti.

Situazione avvilente, specie per uno dei Paesi che ha subìto le peggiori conseguenze legate alla pandemia: non a caso gli operatori sanitari sono in prima linea negli scioperi. Martedì è stata la volta del sindacato degli infermieri, che per la prima volta nei suoi 106 anni di storia ha indetto un’iniziativa di questo tipo su scala nazionale. Circa 100mila operatori britannici hanno chiesto un aumento pari al 19% rispetto ai 42mila euro l’anno che l’Ocse stima essere il loro salario medio. Difficile fare paragoni a livello europeo, anche se stupisce constatare, ad esempio, come in Belgio questa cifra salga a 72.508 euro: ben oltre anche Francia (35.531) e Italia (29.222). Mercoledì, invece, sono stati gli addetti alle ambulanze a scioperare.

Il ministro della Sanità Steve Barclay ha invitato i cittadini a «usare il buon senso», per evitare situazioni di pericolo che li obblighino ad andare in ospedale. Un concetto espresso ancora più chiaramente dal direttore dell’Nhs, Stephen Powis, che riferendosi a cene e feste pre-natalizie ha consigliato di evitare di «ubriacarsi al punto di dover andare al Pronto soccorso». Un’affermazione che potrebbe far sorridere, se non fosse che per il momento il dialogo tra sindacati e governo è nullo e che le ambulanze torneranno a fermarsi il 28 dicembre.

di Alessandro Salgarelli

Fonte: La Ragione