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India: sciopero nazionale medici dopo stupro e uccisione collega

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Il 12 agosto, i medici degli ospedali pubblici di vari Stati hanno sospeso le cure non urgenti per un periodo “indefinito”, chiedendo giustizia e maggiore sicurezza sul posto di lavoro.
Finora la polizia di Calcutta ha arrestato un uomo che lavorava nello stesso ospedale della vittima e viene accusata di aver gestito male il caso. Nei giorni scorsi l’Alta Corte della città lo ha trasferito al Central Bureau of Investigation (CBI), un’agenzia federale, per “ispirare la fiducia del pubblico”.
Il primo ministro Narendra Modi ha chiesto due giorni fa che i “comportamenti mostruosi contro le donne” siano “severamente e rapidamente puniti”. La violenza sessuale contro le donne è molto diffusa in India, con una media di quasi 90 stupri al giorno denunciati nel 2022 nel Paese di 1,4 miliardi di abitanti.
Quest’ultimo fatto di cronaca ha riportato alla memoria lo stupro e l’omicidio di una giovane donna su un autobus a New Delhi, nel 2022. Il caso, che aveva scatenato grandi manifestazioni, era diventato un indicatore dell’incapacità della società conservatrice indiana di affrontare la violenza sessuale contro le donne. Sotto la pressione dell’opinione pubblica, il governo ha promulgato pene più severe per gli stupratori e persino la pena di morte per i recidivi.
In India oggi è stato decretato uno sciopero nazionale dei medici in segno di protesta per lo stupro e l’omicidio di una giovane dottoressa, motivo di sdegno nel Paese tristemente noto per la violenza diffusa ai danni delle ragazze e delle donne. A Calcutta, migliaia di persone hanno vegliato a lume di candela fino alle prime ore di questa mattina, con lo slogan: “Le mani che guariscono non devono sanguinare”.
L’Associazione Medica Indiana (IMA) ha intensificato le sue azioni con uno sciopero di 24 ore, a eccezione dei servizi di emergenza. “Chiediamo la comprensione e il sostegno della nazione in questa lotta per la giustizia per i suoi medici e le sue figlie”, ha dichiarato il capo dell’Ima, R.V. Asokan. “Le 36 ore di guardia della vittima e la mancanza di luoghi sicuri per riposare giustificano una revisione completa delle condizioni di lavoro e di vita dei medici residenti”, ha dichiarato l’Ima, definendo l’omicidio “barbaro”. I medici chiedono l’attuazione della legge sulla protezione centrale, che mira a proteggere gli assistenti dalla violenza.
Il ritrovamento del corpo insanguinato della dottoressa 31enne, il 9 agosto, in un ospedale pubblico di Calcutta, nell’est del Paese, ha provocato violente proteste in diverse città. Inizialmente, medici e operatori sanitari hanno indetto manifestazioni per chiedere l’adozione di misure, ma decine di migliaia di indiani si sono rapidamente uniti al movimento.
L’autopsia ha confermato lo stupro e l’omicidio. In una richiesta al tribunale, i genitori della vittima hanno dichiarato di sospettare uno stupro di gruppo. Il corpo della dottoressa uccisa è stato trovato in un anfiteatro dell’ospedale universitario, facendo pensare che si fosse recata lì per riposare durante un turno di 36 ore.(AGI)
VQV