“Oggi abbiamo la certezza che l’Italia si è fermata sulla tutela della sicurezza stradale. Lo diciamo da tempo, spesso inascoltati, ma ora lo provano le cifre ufficiali. Un calo minimo delle vittime ma sempre sopra i 3.000 decessi, un aumento però di incidenti e feriti, il 19° posto in Europa, confermano da soli la criticità che affligge negli ultimi anni la sicurezza stradale nel nostro Paese. Il preventivato calo del 50% nel decennio 2021/2030, come richiesto dall’Unione Europea, diventa così un disegno irrealizzabile”. Lo ha dichiarato Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps), commentando i dati pubblicati da ACI-Istat sugli incidenti stradali avvenuti nel 2023.
“Nonostante gli aumentati controlli delle Forze di Polizia e delle Polizie Locali, anche per il contrasto della guida sotto l’effetto di alcol, sulle strade italiane si perde la vita con una frequenza impressionante, più di 8 vittime al giorno – ha proseguito Biserni – troppi annunci e pochi fatti, da un anno a questa parte sembra che il Parlamento abbia accantonato l’urgenza di intervenire su questo tema, nonostante centinaia di audizioni e di richieste di interventi. Al Senato si è fermato il disegno di legge di riforma del Codice della Strada, neppure è iniziata l’illustrazione degli oltre 400 emendamenti, che porteranno ad una probabile approvazione definitiva in autunno, con un terzo passaggio alla Camera. Scopriamo poi che il Piano Nazionale sulla Sicurezza Stradale non ha fondi a disposizione per Regioni, Province e Comuni. Si confermano i fenomeni come alcol e droga alla guida e soprattutto poco o nulla si fa contro il vero virus stradale del terzo millennio come la distrazione da utilizzo compulsivo di cellulari e smartphone, causa di un incidente ogni sei. Poi i controlli velocità, tanto odiati, a tal punto che siamo arrivati ad elogiare da più parti i “Fleximan”, quando invece la velocità elevata è spesso la causa o la concausa degli effetti drammatici del sinistro stradale. Anche qui dobbiamo domandarci perché in Europa hanno deciso di investire sui controlli automatici, mentre in Italia li stiamo smantellando a colpa di decreti e sentenze”. “Ed ancora di notte tornano a suonare i campanelli delle famiglie di giovani vittime della strada da parte degli equipaggi delle forze dell’ordine incaricate del triste compito di avvisare i genitori dei decessi sulle strade – ha aggiunto il presidente dell’Asaps – Cosa si vuole fare? Attendere ancora? Oppure vogliamo attuare un piano straordinario di controlli con veri investimenti su segnaletica ed infrastrutture per far tornare l’Italia un paese civile sulle strade? Le risposte che ci pervengono sono evasive e stiamo vincendo una medaglia nel podio olimpico dell’indifferenza sulla strage stradale. Nel frattempo gli organici della Polizia Stradale e della Polizia Locale sono ampiamente carenti del 25% e 20%, con una serie assurda di Distaccamenti della Specialità chiusi proprio sugli itinerari delle strade statali e provinciali, quelle col più alto tasso di mortalità”.
“Sarebbe stata poi auspicabile una campagna estiva informativa nei canali ufficiali delle Tv e radio, sui drammatici rischi della strada – ha concluso Biserni – altri paesi europei stanno attuando vere e proprie battaglie per ridurre morti e feriti, perché in Italia non può accadere? Oggi è suonato un altro campanello d’allarme. Chi lo vuole ascoltare, lo faccia subito”. (AGI)