Da gennaio a oggi, sono 18 le vittime sul lavoro in Piemonte, 6 solo nella provincia di Torino. Lo rende noto la Cgil Torino, dopo la morte, avvenuta questa mattina, di un operaio antennista di 62 anni, precipitato da un tetto a San Sicario, in alta Valle di Susa.
“È l’ennesima morte che fotografa in modo nitido quanto la sicurezza sul lavoro sia una vera e propria emergenza nazionale”, afferma Sarah Pantò, segretaria della Cgil Torino con delega alla sicurezza sul lavoro, “perché gli infortuni mortali non sono tragiche fatalità, ma spesso il risultato di una scarsa organizzazione, mancanza di formazione ed elevati ritmi produttivi, connessi a una riduzione dei costi, in un contesto in cui la sicurezza non è argomento prioritario per chi fa impresa”.
“Colpisce, in questa circostanza, l’età del lavoratore – aggiunge la sindacalista – che, a 62 anni, era impiegato per un lavoro fisicamente impegnativo. Come Cgil, chiediamo da tempo una maggiore attenzione nei controlli da parte delle autorità, il rispetto di rigorosi standard di sicurezza da parte delle imprese, oltre che un aumento del numero degli ispettori. Consideriamo, inoltre, i rimedi messi in campo dal Governo insufficienti: la patente a punti non basta, serve una revisione delle pratiche di appalto e una contrattazione che tuteli realmente lavoratrici e lavoratori”.
“Salute e sicurezza non possono essere considerate un ‘costo'”, conclude Pantò, “perché non è accettabile che si muoia ancora lavorando”. (AGI)